Registra di nascosto l’assistente sociale: ora la vogliono mandare in adozione
Trento. Questa vicenda, che sembra incredibile, è successa realmente a una bambina di Trento collocata in una struttura a più di 300 chilometri di distanza dalla famiglia d'origine. Infatti alcuni giorni fa l'assistente sociale di riferimento si era recata presso la struttura di Milano per parlare con la bambina.
La bambina, di nascosto, ha registrato il comportamento inqualificabile dell'assistente sociale che, oltretutto, ha denigrato i genitori davanti alla bambina dicendo che erano dei bugiardi, che non erano in grado di fare i genitori e che non avevano nulla da offrirle, cercando di convincerla, fino al punto di farla piangere, ad andare in una famiglia affidataria in Lombardia nonostante le insistenze della bambina per tornare dalla sua famiglia di origine: il tutto registrato e consegnato dalla famiglia al Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani e anche al dirigente dei servizi sociali nel corso di un incontro con la mamma, l'avvocato Francesco Miraglia, un rappresentante del CCDU e la coordinatrice dei servizi sociali.
Si pensava che l'assistente sociale sarebbe stata tolta immediatamente dal caso e che la bambina sarebbe stata ascoltata, ma oggi la mamma ci ha mandato questa incredibile lettera:
«Spettabile CCDU, volevo segnalarvi quanto sta succedendo a mia figlia Stella (nome di fantasia) ospitata presso la comunità S.G. di Milano. Nell'incontro del 25/5/2015 con il dirigente e la coordinatrice dei servizi sociali, dove lo abbiamo informato delle scandalose dichiarazioni e comportamenti della A.S. di riferimento, che nostra figlia Stella aveva registrato di nascosto, avevo chiesto al dirigente e alla coordinatrice di impedire qualsiasi ritorsione contro la bambina. Purtroppo da allora non ho più sentito la bambina al cellulare come avviene tutti i giorni da alcuni anni, come avevamo spiegato al dirigente. Ieri sera mia figlia mi ha chiamato dicendomi che le avevano requisito il cellulare e che stava chiamando di nascosto con il cellulare di una amica. Ma non è tutto. Mi ha anche detto che l'hanno fatta stare male dicendole che andrà in adozione. Cosa che non le era mai stata detta prima. A me pare proprio una ritorsione. Quest'ultimo fatto si aggiunge a tutto quello che vi abbiamo segnalato con la registrazione che vi abbiamo già consegnato. Vi prego di aiutarmi a proteggere mia figlia da queste incredibili vessazioni. Firmato la mamma di Stella.»
Naturalmente l'avvocato Francesco Miraglia si è attivato immediatamente per assicurarsi che il dirigente tuteli la bambina e anche per trasferire il caso dalla Comunità di Valle ai servizi sociali di Trento. Infatti l'assistente sociale, come confermatoci dal dirigente stesso, aveva "avocato a sé" il caso non trasferendolo ai servizi competenti - fatto anomalo e difficile da interpretare. La bambina infatti avrebbe comunicato alla mamma che un'operatrice le avrebbe alzato le mani, cosa già segnalata dalla mamma al dirigente nel corso dell'incontro.
Secondo il nostro Comitato:
«Oltre che ad un caso di flagrante violazione del diritto all'ascolto del minore, ci troviamo di fronte a un allontanamento dovuto a motivazioni di natura psicologica e psichiatrica. Infatti nella registrazione l'assistente sociale ha affermato più volte che i genitori erano incapaci di seguire la figlia ma che "non era colpa loro" ascrivendo le ragioni dell'allontanamento alla presunta "incapacità genitoriale" già oggetto di molte critiche per la discrezionalità e questionabilità di tale valutazione soggettiva tipica di una certa tendenza psichiatrica ascientifica, invasiva e coercitiva, che tanti danni ha creato anche qui in Trentino.
Per fortuna, salvo che per alcune mele marce e nel caso di alcune aree tuttora ancorate al passato, queste strambe e dannose teorie psichiatriche vengono oggi sempre più superate da una visione più attenta ai minori e agli affetti familiari, come evidenziato dall'enorme diminuzione dei minori allontanati dalle famiglie in Trentino.
Per impedire il ripetersi di atrocità come questa, invitiamo tutti i genitori che sono ancora vittime di questi allontanamenti facili, dovuti a valutazioni psichiatriche soggettive, di farsi avanti e denunciare per avere giustizia e garantire ai propri figli il diritto a una vita sana e felice nella loro famiglia.»