Fatti comprovati e statistiche riguardo il moderno elettroshock (TEC)
Psichiatria: dopo tanti anni non hanno ancora smesso di shockarci
Lo scopo di questa pagina è di fornire alcuni fatti circa l’elettroshock (Terapia Elettroconvulsivante o TEC), incluso la sua storia, la procedura elettroshock, i rischi documentati, le statistiche conosciute riguardo all'uso moderno, e la sua evoluzione storica, dagli inizi nel 1938 a oggi.
Riassunto
Molta gente crede che l’elettroshock (terapia elettroconvulsivante) non sia più usato nella società moderna. Probabilmente ciò è dovuto al fatto che la sola idea di elettroshock è talmente aborrita, da impedirci di credere che se ne faccia ancora uso. Di fatto, la TEC è uno dei “trattamenti” più brutali mai inflitti col pretesto della terapia mentale. Eppure su scala mondiale circa un milione di persone continuano a ricevere elettroshock ogni anno[1], di cui quasi 500 in Italia.[2]
La TEC consiste nella somministrazione di scosse elettriche al cervello, con voltaggio fino a 460 volt.[3] Lo scopo è di provocare convulsioni che, se non fossero attenuate da un anestetico, sarebbero simili, o addirittura maggiori, di quelle che si manifestano durante una crisi epilettica.
Mentre i paladini della scossa sostengono che l’elettroshock moderno (TEC) sia meno brutale di quello vecchio (ben rappresentato nel film vincitore di Premi Oscar “Qualcuno volò sul nido del cuculo”) durante il quale i pazienti arrivavano a rompersi ossa e denti a causa delle violente convulsioni, il voltaggio e la corrente somministrati sono a volte anche maggiori di quanto non lo fossero allora. Il miorilassante (farmaco che rilassa i muscoli) e l’anestetico lo fanno apparire meno brutale. Ma non lo è.
Durante una tipica seduta TEC viene somministrata una corrente fino a 0,9 Ampere, con voltaggio fino a 460 volt, della durata tipica variabile tra 0,5 e 2 secondi. Questo rilascia nel cervello un’energia di circa 400 joule (460 volt x 0,9 Ampere x 1 sec) - corrispondente a un peso di 20 kg che cade dall’altezza di due metri o, se preferite, un pugno di Mike Tyson senza guantone. Il trattamento prevede di solito 6 sedute, a distanza di un giorno o due l’una dall’altra.[3] [4]
Breve storia
Negli anni ‘30, lo psichiatra Ugo Cerletti, Direttore del Dipartimento delle Malattie Mentali e Neurologiche dell’Università di Roma, diede inizio ad una serie di trattamenti sperimentali d’elettroshock sui cani, mettendo un elettrodo sul muso del cane e un altro nell’ano.[5]
Per un certo periodo, la procedura fu somministrata senza anestetici, e produceva nei pazienti convulsioni così violente da causare fratture ossee e perdita di denti. La più famosa rappresentazione dell’elettroshock si ebbe nel film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” che nel 1975 vinse numerosi premi Oscar. La scena di elettroshock senza anestesia dato a R.P. McMurphy, il personaggio interpretato da Jack Nicholson, rimane ancora nella memoria di molti. Nelle parole della sua aguzzina, l’infermiera Ratched, “si può dire che il trattamento faccia il lavoro di un sonnifero, di una sedia elettrica e di una ruota per la tortura.”
Forse non è coincidenza se, dopo quel film, nella letteratura psichiatrica l’elettroshock fu ribattezzato “terapia elettroconvulsivante”.
La procedura elettroshock
Vediamo come viene descritto l’elettroshock in un testo classico; scrive Edoardo Balduzzi in "Le terapie di shock", Feltrinelli, Milano 1962:
Il brevissimo passaggio della corrente corrisponde a una brusca contrazione muscolare generalizzata (fase di "soprassalto" o spasmo elettrico); ad esso segue immediatamente o dopo qualche istante l’accesso epilettico vero e proprio, con la fase tonica, della durata di 10-20 secondi, cui fa seguito la fase clonica, preannunciata da scosse bilaterali e simmetriche (prevalentemente adduttorie agli arti superiori, flessorie a quelli inferiori) che via via si fanno sempre più ampie, proporzionalmente alla diminuzione della frequenza.
In questa fase (che dura 20-40 secondi) può avvenire l’emissione dì urine, dì sperma o, raramente, di feci.
Cessata l’ultima scossa il paziente appare immobile, in stato di risoluzione muscolare completa, più o meno intensamente cianotico (coma elettrico). In questo momento bisogna sollevare rapidamente e con accortezza il paziente, applicandogli le mani dietro le spalle e dietro la nuca. (non dunque tirandolo su per le braccia!)
Molte lussazioni e anche fratture dell’omero vengono procurate stolidamente così per poi riadagiarlo sul cuscino, che deve essere situato in modo da comprendere il tratto spalle-nuca. Questa manovra facilita grandemente la ripresa della respirazione, la cui rapidità è per solito direttamente proporzionale alla cianosi del malato.
Come è noto, alla fase inizialmente stertorosa (sostenere la mandibola!) fa seguito la progressiva normalizzazione del respiro, che viene raggiunta definitivamente in capo a qualche minuto.
Oggi la procedura viene somministrata sotto anestesia generale e previa iniezione di un farmaco miorilassante (che rilassa i muscoli). Secondo alcuni psichiatri, questa nuova TEC sarebbe più sicura, ma non è vero. Il voltaggio usato oggi è più alto di quello che si usava senza anestetico [6] - quando le convulsioni erano così violente da causare frequenti fratture ossee.
L’uso di anestetico e miorilassante danno solo un’apparenza di bontà, mentre aggiungono, alle controindicazioni proprie della TEC, quelle dei farmaci: il miorilassante più usato è la succinilcolina,[7] i cui effetti collaterali includono arresto cardiaco, paralisi prolungata dei muscoli respiratori e reazioni allergiche potenzialmente pericolose o letali. [8]
Secondo la circolare del Ministero della Sanità datata 15 febbraio 1999 (cosiddetta “circolare “Bindi”)[9], in Italia la TEC “è considerata ancora oggi un’opzione terapeutica che va, tuttavia, riservata a pazienti affetti da episodio depressivo grave con sintomi psicotici e rallentamento psicomotorio (classificazione ICD10), quando non possono attuarsi terapie farmacologiche, ovvero nei casi di vera e accertata farmacoresistenza…” eppure non esiste alcuna evidenza scientifica a sostegno di ciò. Si tratta di un’opinione, non di una scoperta medica. Infatti, uno studio del 2006 riferiva come “le nuove tecniche TEC non siano risultate in un’apprezzabile diminuzione degli effetti dannosi".[10]
Il dott. Clinton J.Lagrange, anestesista, descrive la procedura eseguita nel 2004:
…quando lo psichiatra è pronto ed è stata fatta la preossigenazione al paziente per alcuni minuti, somministriamo il…metoexitale (un barbiturico) per farlo addormentare.
Poi mettiamo un laccio emostatico sulla gamba del paziente…. Cosi che siamo in grado di determinare se il paziente sta avendo un attacco e il solo modo per vederlo è isolare una parte del corpo bloccando la circolazione del sangue così da poter vedere la contrazione dei muscoli. Il laccio emostatico, impedisce al miorilassante di giungere in quella parte del corpo.[11]
A questo punto è somministrato un miorilassante, la succinilcolina, per provocare la paralisi. Questo miorilassante è usato anche per catturare gli animali, li paralizza, ma rimangono completamente consapevoli di ciò che sta accadendo e possono sentire dolore. [12]
J. Lagrange spiega ulteriormente:
Paralizza e rilassa i muscoli… di modo che non possano funzionare. Il paziente, non è in grado di respirare da solo, "dobbiamo farlo respirare… Abbiamo una maschera ed una borsa con la quale li ventiliamo (somministrazione artificiale di ossigeno)… il paziente non è completamente rilassato… ci sono delle volte in cui può muovere le braccia o il resto dei muscoli. I muscoli del collo. Stringe la mascella.[11]
Come disse un bio-ingegnere “Sostenere che il tuo cervello necessiti di una scossa da 460 volt è come dire che il tuo computer necessiti di un fulmine”. [13]
Rischi ed effetti documentati della TEC
Uno studio condotto dalla FDA (autorità statunitense del farmaco) sulla sicurezza della TEC mostra che tra i rischi potenziali vi sono “disfunzioni cognitive e della memoria, cambiamenti neuropatologici (leggi “danno al cervello”) e decesso”. [14]
Secondo la FDA, la TEC può causare:
- Trauma fisico (incluso fratture, contusioni, ferite da caduta, danno dentale o orale) *****
- Convulsioni prolungate o ritardate,
- Complicazioni cardiovascolari (incluso attacco cardiaco)
- Complicazioni respiratorie,
- Perdita permanente di memoria,
- Confusione. [15]
Uno studio pubblicato nel 1986, in cui si chiedeva ai pazienti di valutare la loro memoria dopo 6-18 mesi dalla TEC, rivelava “menomazione della memoria” come problema continuativo per il 74% dei pazienti, mentre il 30% di loro riferiva che la loro memoria “non ritornò mai come era prima.” [16]
Vent’anni dopo, un altro studio rivela che almeno un terzo dei pazienti sperimenta amnesia permanente e che, come dicevamo sopra, “i nuovi metodi di TEC non risultano in un’apprezzabile diminuzione degli effetti avversi”. Inoltre - prosegue lo studio - “l’effetto più comune della TEC viene variamente definito come amnesia retrogada o perdita di memoria” - cioè l’obliterazione di uno specifico periodo di tempo dalla vita di una persona. [17]
E’ stato riferito che la TEC può causare una diminuzione da 20 a 40 punti del quoziente di intelligenza. Secondo un neuroscienzianto “A meno di subire un significativo danno cerebrale, ciò che chiamiamo QI non cambia.” [18]
Nel 2007 uno studio di follow-up a lungo termine di pazienti che hanno subito la TEC, condotto da un team di sostenitori dell'elettroshock guidato da Harold Sackeim, ha confermato le osservazioni del Dr. Breggin: il "trattamento" è devastante per le funzioni mentali, causa spesso demenza con interruzione permanente della memoria e una varietà di altre funzioni cognitive. [19]
Studi su animali mostrano un danno cerebrale diffuso dopo la TEC: i risultati più comuni sono macchie emorragiche o emorragie individuabili in tutto il cervello e attorno ai vasi sanguigni, ma anche zone di gliosi e degenerazione neuronale, con chiazze di cellule morte (cellule fantasma e neuronofagia). Di tanto in tanto si trovano grandi emorragie e edemi del cervello. Questi risultati sono visti anche su autopsie umane effettuati su pazienti che avevano subito la TEC.[20]
Statistiche uso TEC
A livello mondiale si stima che un milione di persone riceva TEC ogni anno[21]. Come spieghiamo oltre, circa un terzo di questi sono pazienti involontari, a cui la TEC viene applicata in maniera coatta. Ciò contrasta con la convinzione, espressa da molti psichiatri, che le cosiddette malattie mentali dovrebbero essere trattate come qualsiasi altra malattia. Nessuno, infatti, può essere sottoposto a un intervento chirurgico, come un appendicectomia, senza consenso e contro la sua volontà.
Di questo milione, circa 100.000 sono negli USA. Si tratta di una stima un po’ datata ma comunque attendibile come ordine di grandezza: California, Colorado, Texas e Massachusetts sono gli unici stati che ottemperano all’obbligo di riferire le statistiche sulla TEC e, tra questi, il Texas è l’unico a rendere questi dati facilmente disponibili online.[19] La stima di 100.000 viene da uno studio del 1995.[22]
Il Texas riferisce di 17.006 trattamenti tra settembre 2015 e agosto 2016, su 2.675 pazienti - una media di circa 6 sedute per paziente. Tra questi si sono verificati, entro due-quattro settimane dopo la TEC, ventisei casi di perdita di memoria - cira il 10% - di cui 24 gravi e 2 estremi.[23]
Il Queensland è uno dei sei territori in cui è divisa l’Australia, il cui capoluogo è Brisbane. Conta poco meno di 5 milioni di abitanti e, nel biennio 2014-2015 vi sono state eseguite 19.365 procedure di TEC su oltre 1.500 pazienti di età compresa tra 10 e 81 anni. Circa un terzo di questi pazienti (559) sono stati obbligati con la forza a ricevere il trattamento controvoglia.[24]
In Scozia nel 2013 la TEC è stata somministrata a 372 pazienti. Di questi solo 167 (due terzi) avevano dato il consenso. I pazienti che rifiutano possono essere immobilizzati e anestesizzati per ricevere la procedura in maniera coatta[25]. La percentuale di pazienti che ricevono TEC involontariamente è in crescita in Scozia: dal 10% nel 2006 al 33% del 2013. [26]
In Nuova Zelanda 225 pazienti hanno subito TEC nel 2015. Di questi, 66 non erano in grado di esprimere il loro consenso, e altri cinque l’avevano espressamente negato, rifiutando il trattamento. In tutto, circa un terzo dei pazienti non aveva espresso consenso alla TEC. [27]
In Italia i numeri sono più bassi come detto sopra, e non risultano casi di TEC senza consenso, anche se non sembrerebbe retorico chiedersi quanto “informati” fossero stati i consensi.
Consapevoli della pessima reputazione che le parole “elettroshock” e “TEC” si sono guadagnate, gli psichiatri indorano la pillola con un ulteriore eufemismo: “trattamento neurostimolativo”. Rimane il fatto che, a oggi, non sono in grado di fornire alcuna spiegazione scientifica sul perché questo cosiddetto trattamento debba “funzionare”. Ciò rappresenta una grande anomalia nel panorama medico: nessun cardiochirorgo, per esempio, potrebbe eseguire un’operazione di bypass coronarico se non sapesse come funziona il cuore e dovesse basarsi su decine di teorie diverse (e mai dimostrate) sul motivo per cui il bypass dovrebbe fare bene al paziente. In maniera simile, non bisognerebbe consentire agli psichiatri di eseguire elettroshock o altri interventi brutali sul cervello.
- Altri dati su possibili effetti collaterali: https://www.ccdu.org/comunicati/tec-causa-etc
- Il racconto di chi l’ha subito: https://www.ccdu.org/comunicati/elettroshock-racconto
Fonti:
La presente pagina è ripresa da https://www.cchrint.org/electroshock con l'aggiunta di dati italiani e alcuni dati presi dal libretto "Una brutale realtà". Di seguito le fonti riordinate in base ai dati pubblicati in questa pagina:
[1] Vabren Watts, “Psychiatrists Discuss Benefits, Risks of ECT,” Psychiatric News, 15 Jun 2015, http://psychnews.psychiatryonline.org/doi/full/10.1176/appi.pn.2015.6b16?trendmdshared=.
[2] Relazione del 2013 della Commissione d’Inchiesta del Senato sul Servizio Sanitario Nazionale: 1.400 casi in 91 strutture ospedaliere nel triennio 2008-2010.
[3] Gary Null, PhD, “The Hidden Side of Psychiatry,” http://scribd-download.com/4659536-the-hidden-side-of-psychiatry-gary-null-ph-d_58c9f4a1ee34352a775d04e7_pdf.html.
[4] https://it.wikipedia.org/wiki/Terapia_elettroconvulsivante
http://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/554-elettroshock-ect-tec-esk-storia-indicazioni.html
[5] Ugo Cerletti, “Old and New Information About Electroshock,” American Journal of Psychiatry, 1950.
“Origins of ECT,” Convulsive Therapy, Vol. 4., No. 1., 1988, p. 7, http://www.academia.edu/10921818/The_Origins_of_Electroconvulsive_Therapy_ECT
[6] Douglas G. Cameron, “ECT: Sham Statistics, the Myth of Convulsive Therapy, and the Case for Consumer Misinformation,” The Journal of Mind and Behavior, Vol 15, No 1 and 2, Winter and Spring 1994, pp 177-198, http://www.ectresources.org/ECTscience/Cameron__DG___1994_critique_of_ECT.pdf.
[7] Nancy Kerner and Joan Prudic, “Current electroconvulsive therapy practice and research in the geriatric population,” Neuropsychiatry (London), Feb 2014, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4000084/.
[8] Anectine® (Succinylcholine Chloride Injection, USP) Label, FDA.gov, http://www.accessdata.fda.gov/drugsatfda_docs/label/2010/008453s027lbl.pdf.
[9] Circolare del Ministero della Sanità 15 febbraio 1999
[10] Harold Robertson, Robin Pryor, “Memory and cognitive effects of ECT: informing and assessing patients,” Advances in Psychiatric Treatment May 2006, 12 (3) 228-237; DOI: 10.1192/apt.12.3.228, http://apt.rcpsych.org/content/12/3/228.full.
[11]Op. cit., Deposition of Dr. Friedberg.
[12]John Blake, “Paralytics Cannot Be Used as the Sole Agent for the Chemical Capture or Restraint of Animals!”, 23 Apr. 2001, Internet address: http://www.uaf.edu
[13] “How Electroshock Treatment (ECT) ‘Works,’” Kenneth Castleman, PhD., https://www.cchrint.org/ect-basics/.
[14] NEUROLOGICAL DEVICES PANEL, CENTER FOR DEVICES AND RADIOLOGICAL HEALTH MEDICAL DEVICES ADVISORY COMMITTEE, FOOD AND DRUG ADMINISTRATION, pp 148-149, 27 Jan 2011, http://www.fda.gov/downloads/AdvisoryCommittees/CommitteesMeetingMaterials/MedicalDevicesAdvisoryCommittee/neurologicalDevicesPanel/UCM247594.pdf.%20Accessed%20December%203
[15] “Electroconvulsive Therapy (ECT) Devices for Class II Intended Uses,” Draft Guidance for Industry, Clinicians and Food and Drug Administration Staff, December 29, 2015,
http://www.fda.gov/downloads/MedicalDevices/DeviceRegulationandGuidance/GuidanceDocuments/UCM478942.pdf
[16] CPL Freeman and RE Kendell, “Patients’ Experiences of and Attitudes to Electroconvulsive Therapy,” Annals of the New York Academy of Sciences, Vol 462, pp 341-352, 1986, https://www.academia.edu/26997077/Patients_Experiences_of_and_Attitudes_to_Electroconvulsive_Therapy
[17] Harold Robertson, Robin Pryor, “Memory and cognitive effects of ECT: informing and assessing patients,” Advances in Psychiatric Treatment May 2006, 12 (3) 228-237; DOI: 10.1192/apt.12.3.228, http://apt.rcpsych.org/content/12/3/228.full.
[18] Wayne Ramsay, J.D., “Psychiatry’s Electroconvulsive Shock Treatment, A Crime Against Humanity,” http://www.wayneramsay.com/ect.htm.
[19] http://breggin.com/index.php?option=com_content&task=view&id=40&Itemid=52
[20] Vabren Watts, “Psychiatrists Discuss Benefits, Risks of ECT,” Psychiatric News, 15 Jun 2015, http://psychnews.psychiatryonline.org/doi/full/10.1176/appi.pn.2015.6b16?trendmd-shared=1.
[21] Juli Lawrence, “California Figures from the Department of Mental Health,” Healthy Place, 10 Apr 2013,
http://www.healthyplace.com/depression/articles/california-figures-from-the-department-of-mental-health/.
[22] Richard C. Hermann, et al., “Variation in ECT Use in the United States,” The American Journal of Psychiatry, 152:6, Jun 1995, http://www.cqaimh.org/Hermann.ECT.1995.pdf.
[23] “Report on Electroconvulsive Therapy in Fiscal Year 2016,” Texas Health and Human Services Commission, Feb 2017,
https://www.dshs.texas.gov/Behavioral-Health-Medical-Director/ECT-Documents/FY16/Report-on-Electroconvulsive-Therapy-in-Fiscal-Year-2016—Sonja-Gaines.pdf.
[24] Nathan Torpey, “Alarming spike in risky therapy in kids,” The Courier Mail, 19 Nov 2016, http://www.couriermail.com.au/news/queensland/alarming-spike-in-risky-therapy-in-kids/news-story/6583b6c1ad8ced322de6cfb425f5a753.
[25] Claire McKim, “Scots get electric brain shocks against their will,” The Scotsman, 13 Nov 2014, http://www.scotsman.com/news/scotsgetelectricbrainshocksagainsttheirwill13604496.
[26] Claire McKim, “Scots get electric brain shocks against their will,” The Scotsman, 13 Nov 2014, http://www.scotsman.com/news/scotsgetelectricbrainshocksagainsttheirwill13604496.
[27] Katarina Williams and Rachel Thomas, “Electroconvulsive Therapy given five times in 2015 without consent,” Stuff, 4 Dec 2016, http://www.stuff.co.nz/national/health/87055170/electroconvulsivetherapygivenfivetimesin2015withoutconsent