Rovigo: il ragazzo strappato potrà restare a casa
Era stato allontanato per presunti “bisogni ai quali i genitori non riuscivano a rispondere”.
Rovigo. Il Tribunale di Venezia, chiamato a decidere sul caso di un quindicenne della provincia di Rovigo che un anno fa era scappato dalla casa-famiglia per rientrare a casa da solo utilizzando mezzi pubblici, ha deciso che il ragazzo può restare a casa con i suoi genitori.
Ci rallegriamo per l’esito positivo della vicenda che, per il ragazzo e la sua famiglia, rappresenta la fine di un incubo. La decisione in qualche modo conferma come l’approccio “psichiatrico” alla tutela minorile produca gravi abusi ed errori. Dopo anni di “interventi” sulla famiglia, il Tribunale ha non solo ammesso che “allo stato non vi è spazio per ulteriori interventi”, ma ha revocato tutti i provvedimenti e restituito il figlio ai genitori.
Il decreto indirettamente conferma ciò che il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani sostiene da tempo: le valutazioni psichiatriche e psicologiche alla base di molte sottrazioni, non essendo sostenute da alcun riscontro oggettivo, non dovrebbero essere prese dai giudici come oro colato ma, invece, soggette a verifica con indagini e riscontri oggettivi.
Il legale della famiglia, l’avvocato Francesco Miraglia, ha dichiarato:
“Sono molto contento per i genitori ma soprattutto per il ragazzo che potrà continuare a vivere tranquillamente con i propri genitori. Purtroppo, però anche questo caso dimostra come spesso i tribunali sono latitanti e i servizi sociali sono quelli che realmente esercitano la giustizia minorile. Spero che la vicenda Bibbiano possa diventare un punto di partenza di come i tribunali devono garantire la giustizia, i diritti e soprattutto evitare connivenze con i servizi sociali per evitare siffatte situazioni.”