Tribunale di Trento: dalla separazione conflittuale alla vittoria della bigenitorialità
Ribaltata la perizia del Consulente Tecnico d'Ufficio
Ottima sentenza del Tribunale di Trento che decreta il collocamento paritario del bambino con mamma e papà, in netto contrasto con la valutazione del Consulente Tecnico d'Ufficio.
Trento . II Tribunale di Trento ha emesso una sentenza definitiva in cui dispone tempi di collocamento sostanzialmente paritari di un bambino con la sua mamma e con il suo papà:
“Il Tribunale, definitivamente pronunziando, dichiara la separazione personale dei coniugi […] Dispone l’affido condiviso del figlio ad entrambi i genitori, con residenza principale presso il padre.”
Si chiude così felicemente una vicenda che aveva limitato i contatti del bambino con la madre sulla sola base della perizia.
La vicenda nasce nell’ambito di una separazione conflittuale. Il Giudice ordina una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) nominando uno psichiatra locale. La mamma, prima della separazione dal padre, aveva sofferto degli effetti del gaslighting (una forma di violenza psicologica in cui la vittima finisce col dubitare della sua stessa memoria e percezione) ma al momento della Consulenza tale condizione era stata già ampiamente superata grazie all’allontanamento dal partner e all’aiuto di professionisti dell’Azienda Sanitaria di Trento.
Nel corso della perizia, la madre, mal consigliata, non si era avvalsa di un suo Consulente di Parte e il perito d'Ufficio aveva fornito al giudice una valutazione negativa su di lei, tralasciando del tutto i documenti che riportavano le osservazioni positive da parte della ASL.
Agli inizi del 2016, dunque, il decreto emesso dal Tribunale aveva costretto la mamma a presentare un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura. Contestualmente – e in conseguenza di una serie di altri errori giudiziari basati sull’appiattimento dei giudici sulle Consulenze Tecniche – era nato sul territorio il Comitato dei Genitori Penalizzati dalle Perizie Psichiatriche.
Ciò che ha rappresentato una svolta nella vicenda è stata la decisione, da parte della mamma, di rivolgersi al Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) che, grazie a una strategia difensiva multidisciplinare ad opera di professionisti del settore, è riuscito a scongiurare in gran parte le terribili conclusioni del CTU.
Per più di un anno il bambino ha subito gravi privazioni nei contatti con la mamma a causa di un regime di visite molto limitato, ma la sentenza odierna pone fine a questo calvario affermando che:
“…è stato dato atto che il pregresso particolare momento vissuto dalla madre, risulta definitivamente superato.”
Il Giudice ha compreso l’infondatezza della perizia, riappropriandosi il suo ruolo di “perito tra i periti” e ristabilendo la bigenitorialità.
“Non posso essere che soddisfatto di questa decisione del Tribunale, soprattutto per il bambino che finalmente potrà vivere la sua normalità.”
Ha dichiarato l'avvocato Francesco Miraglia, legale della madre, che continua:
“Questa sentenza dovrebbe essere la Stella Polare anche di futuri procedimenti del Tribunale di Trento.
Attraverso la riapertura del procedimento ed un serrato lavoro multidisciplinare tra il Tecnico di parte, la Difesa e le associazioni che ci hanno sostenuto, si è potuta dimostrare la totale idoneità della madre che ha portato al collocamento paritario odierno.
Il Giudice ha compreso la necessità di non adagiarsi su perizie astratte ma di condurre un’istruttoria adeguata basata sui fatti e sulla realtà.
Questa prassi dovrebbe diventare la norma e non l’eccezione.”
La Prof.ssa Vincenza Palmieri, Consulente di parte della madre, ha dichiarato:
“Quasi sempre, nelle CTU, seguendo metodologie formali tese più ad affermare se stesse, che i valori delle persone periziate, si enfatizzano solo gli aspetti negativi, un unico fatto che viene poi generalizzato come una costante.
Vengono svolte indagini basate sulle risultanze di test opinabili, il cui esito diagnostico determina poi la collocazione di un bambino o la vita di un individuo per sempre.
In questo caso si sono sottolineati gli aspetti positivi ed il progetto lungimirante ed equo della mamma. Una CTU in effetti è una grande guerra, con un impiego di energie infinite, per sostenere la verità, i fatti oggettivi, le «pari opportunità».
Il Consulente di parte deve essere un guerriero e contrastare teorie fantasiose con verità scientifiche. Il Giudice, Perito Peritorum, non può, come in questo caso, non tenerne conto.”
“Siamo molto soddisfatti della sentenza odierna e dei segnali di miglioramento che provengono dal Tribunale di Trento.”
Afferma Paolo Roat Responsabile Nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, che conclude:
“E siamo lieti che i giudici del Tribunale si stiano riappropriando del loro ruolo di Perito dei Periti.
Questa decisione mette in luce le criticità, da noi più volte segnalate, di discipline come la psichiatria in ambito giuridico.
Ma con un lavoro di squadra multidisciplinare è possibile portare verità e giustizia e soprattutto trovare soluzioni condivise nel vero interesse del minore.
Ora questa famiglia, questo papà, questa mamma e questo bambino potranno vivere la loro normalità nel pieno rispetto della bigenitorialità.”