Ora posso vedere regolarmente mio figlio
Lieto fine per il papà di Trento che alcuni anni fa aveva denunciato al Consiglio Superiore della Magistratura l'eccessivo affidamento dei giudici sulle perizie psichiatriche, e la carenza di un'istruttoria adeguata.
Trento. Un papà separato ci ha raccontato il primo incontro libero con suo figlio Carlo (nome di fantasia) di soli sei anni. Da alcuni anni lo vedeva raramente, e solo in presenza degli assistenti sociali.
«Carlo oggi mi ha detto:
"Bello quest'albergo, possiamo venire qui in vacanza papi, che ne dici?"
Penso che Carlo desideri sempre di più fare con il papà le stesse cose, anche se con esperienze diverse, che fa con la mamma.
... Una volta a casa abbiamo preparato tutto l'occorrente per "il campeggio".
A Carlo deve essere piaciuto molto, perché fin da subito mi ha detto "Papi dobbiamo venire tante volte in questo posto perché è proprio bello." ... Nel pomeriggio mentre facevamo merenda seduti in riva ad un laghetto, mi dice: "
...papi è proprio bello stare con te, m'insegni tante cose e mi fai vedere cose e posti bellissimi... mi porti in bici, a pescare e in montagna..." [...] Forse durante l'estate potremo trascorrere anche qualche week end assieme, fare qualche gita ed esperienza più lunga.»
Il resoconto di una giornata normale padre-figlio. Ma solo un anno fa le cose non stavano così. A causa dell'opposizione della mamma e di una perizia scellerata, questo papà poteva vedere il figlio solo in incontri protetti di poche ore. C'era il rischio che la figura del padre scomparisse dalla vita del figlio.
Il padre, seguito dall'avvocato Francesco Miraglia, ha deciso di divulgare l'esito positivo della sua storia per cercare di aiutare altre famiglie come la sua e dare loro un po' di speranza.
In seguito a una separazione conflittuale, il Giudice finiva col disporre una consulenza tecnica d'ufficio e in seguito, senza alcuna reale istruttoria, collocava il bambino dalla madre con visite protette per il padre.
Le relazioni positive dei servizi sociali non servirono a niente: la necessità di garantire al bambino un rapporto regolare e continuativo con il padre era sempre più evidente, ma le cose continuano così per anni, con sporadiche visite protette di poche ore.
Ci sono voluti anni di battaglie e di sofferenza, ma il buon senso alla fine prevale sulla controversa perizia psichiatrica, e il Tribunale infine ammette le visite libere. La relazione padre-figlio è ottima e probabilmente a breve inizieranno i pernottamenti e le vacanze insieme.
Tutto ciò conferma la fondatezza della segnalazione inviata tempo fa dal padre al Consiglio Superiore della Magistratura.
Questo papà aveva segnalato la prassi in uso presso il Tribunale di Trento di prendere decisioni basate primariamente sulle perizie senza alcuna istruttoria adeguata, senza sentire testimoni, senza parlare con le maestre, le educatrici, gli assistenti sociali e altri, venendo sostanzialmente meno al loro ruolo di "Periti dei Periti".
Tale segnalazione era supportata da un professionista dell'Azienda per i Servizi Sanitari di Trento: "Dalla valutazione effettuata dal CTU [Consulente Tecnico d'Ufficio] non emerge, a mio parere, una indicazione supportata da dati clinici che rilevi le capacità genitoriali di ... ." In pratica la consulenza tecnica d'ufficio che ha segnato tutto il percorso giudiziario della famiglia fin dal 2013 era addirittura inadeguata.
La segnalazione di questo papà, come pure altre segnalazioni simili, è stata inviata anche al Presidente del Tribunale di Trento. I danni causati da questa prassi sono evidenti, il CCDU chiede una riforma del Tribunale dei Minori, improntata al buon senso: l'allontanamento di un minore dai suoi genitori deve essere disposto solo in casi di violenza, e questa deve essere stabilita da prove certe e oggettive, ottenute tramite una completa istruttoria. Le perizie psichiatriche, per loro stessa natura soggettive e opinabili, non devono più avere valore probatorio.