Nazioni Unite: mai più piccoli “Marco” strappati agli affetti
L’Italia si vanta davanti al Comitato dei Diritti del Fanciullo ONU per l’ottima legge sul mantenimento delle relazioni affettive dei bambini: ma la vicenda del piccolo Marco rischia di creare imbarazzo.
Verona. Nelle recenti Osservazioni conclusive sul quinto e sesto resoconto periodico dell’Italia il Comitato dei Diritti del Fanciullo (CRC) delle Nazioni Unite ha presentato le preoccupazioni e richieste allo Stato italiano sulla tutela dei diritti dei bambini. E proprio mentre il Comitato CRC, nelle sue Osservazioni, riconosceva all’Italia il merito di aver adottato la Legge 173/2015 che emenda la Legge 184/1983 sul diritto dei bambini a una famiglia, e concernente il diritto dei bambini in affidamento etero-familiare di mantenere le loro relazioni affettive anche dopo il termine dell’affidamento, a Verona un bambino stava, e tuttora sta, venendo privato dei suoi affetti. Infatti il piccolo Marco è stato strappato alla famiglia affidataria dove viveva sereno da tre anni, proprio nella giornata di Santa Lucia che è la festa più attesa dai bambini di Verona (anche più del giorno di Natale), e trasferito in una fredda comunità. Ormai è lì da quasi due mesi e vede la mamma e il papà affidatari e i suoi tre “fratelli” per un’ora a settimana: una sofferenza non solo per lui ma anche per i suoi fratellini, figli della famiglia affidataria.
Nonostante gli appelli di migliaia di cittadini che hanno appeso cartelli in tutta la città, creato il gruppo Facebook Io sto con il piccolo “Marco”, una fiaccolata, la mobilitazione del Sindaco di Verona Federico Sboarina e gli appelli al Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana e al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il Tribunale dei minorenni di Venezia e l’ente affidatario del bambino (cioè l’assistente sociale e la psicologa) ad oggi sembrano essere rimasti indifferenti: Marco è ancora lontano dai suoi cari con tutte le conseguenze di una lontananza forzata dagli affetti per un bambino di soli tre anni.
“Dalle parole si deve passare ai fatti. I Diritti dei Bambini non devono restare solo parole ma tradursi in atti concreti.”
Sostiene Paolo Roat Direttore del Dipartimento Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus.
“Il Sindaco di Verona, il Ministro della Famiglia e il Ministro della Giustizia sono stati informati della vicenda del piccolo Marco. Chiediamo che si intervenga urgentemente per tutelare il diritto di questo bambino agli affetti familiari.
L’ottima legge 173/2015 è stata sbandierata dalla delegazione italiana di fronte al CRC nel corso dell’ottantesima sessione presso il Palazzo Wilson, cui ho partecipato, ma queste prescrizioni legislative non devono rimanere parole vane, altrimenti ci sentiremo in dovere d’informare le Nazioni Unite.
Strappare un bambino ai suoi affetti è una violazione dei diritti umani e dovrebbe essere presa in considerazione sia dal punto di vista deontologico che penale.
Chiediamo dunque alle autorità d’indagare sul caso, e punire i responsabili in maniera esemplare per evitare il ripetersi di situazioni simili. In particolare, ci auguriamo che le azioni della psicologa che tuttora si occupa del caso vengano investigate in modo approfondito sia dall’Ordine degli Psicologi sia dalla Procura.”