Ti porteremo via da papà: il tribunale fissa l’udienza
Torino. Sviluppi positivi nella vicenda dei bambini del biellese che rischiavano di essere allontanati dal padre (Ti porteremo via dal tuo papà!) in base alla relazione allarmante di un’assistente sociale che aveva ammesso, per iscritto, di non aver mai visto né il papà né i bambini. Il Tribunale, vista la memoria presentata dal nuovo difensore del padre dei minori, avvocato Francesco Miraglia, ritenuta la necessità di procedere all'audizione di entrambi i genitori e dei servizi, ha convocato il padre dei minori, la madre e l’assistente sociale per l’udienza del 24 aprile 2018 davanti al Giudice Roberta Vicini.
Le visite con il papà non sono state sospese: i bambini continueranno serenamente a frequentare il padre.
La vicenda nasce all'interno di una separazione conflittuale che però sembrava sostanzialmente risolta: affidamento condiviso, collocamento alla mamma e regime di visite quasi paritario. Per cinque anni le cose vanno abbastanza bene. Poi il fulmine a ciel sereno, la nuova assistente sociale che segue la famiglia da circa un anno e che, ripetiamo, non ha mai visto il papà e i bambini, invia una segnalazione preoccupante al Tribunale, basandosi esclusivamente su una nota dell’operatrice menzionata qui sopra e sulle dichiarazioni della madre. Nonostante la carenza di prove oggettive e accertate, il Pubblico Ministero invia un ricorso al Tribunale chiedendo la sospensione delle visite con il padre.
«Sono soddisfatto della decisione del Tribunale.» Dichiara l’avvocato del padre Francesco Miraglia. «Ancora una volta si attesta l’importanza di una “vera istruttoria” prima di prendere delle decisioni sulla pelle dei bambini, anche perché, come spesso si dimostra, gli operatori sociali non sono affatto i “depositari della verità assoluta”.»
«È necessario porre un freno a queste relazioni, valutazioni e osservazioni di educatori, insegnanti, assistenti sociali e altri professionisti della tutela dell’infanzia.»
Interviene Paolo Roat, Responsabile Nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus. Che continua:
«Può succedere che un’educatrice faccia un’osservazione preoccupante, l’assistente sociale e/o la psicologa la riportino in una relazione ripresa poi dal Pubblico Ministero.
Fin troppo spesso, queste segnalazioni sono valutazioni psichiatriche soggettive sui bambini e/o sui genitori. Non siamo solo noi a dirlo. In un recente convegno, la Prof.ssa Vincenza Palmieri, Presidente dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, ha parlato di questo fenomeno definendolo con il termine di “filiera diagnostica psichiatrica”.
È necessario che i giudici e i procuratori minorili blocchino sul nascere queste valutazioni con delle istruttorie adeguate e riprendendosi il loro ruolo di Perito dei Periti, come sta facendo oggi il Tribunale di Torino.»