Picchiata dalla famiglia affidataria
Ora i carabinieri l’hanno trasferita in una comunità. CCDU: le ottime riforme del Comune di Trento dovrebbero essere implementate anche nelle Comunità di Valle
Trento. Una chiamata concitata, una voce minacciosa e un tonfo. Ieri Carla (nome di fantasia), una ragazza trentina di 14 anni in affidamento presso una famiglia trentina, ha inviato una registrazione e un messaggio ai fratelli maggiori:
“Quel tonfo forte è quando mi ha gettata a terra per le scale.”
Carla ha anche inviato una fotografia dei suoi lividi sulle gambe. I fratelli sono subito corsi a casa della famiglia affidataria e hanno chiamato anche la madre e i carabinieri. I carabinieri dopo i primi accertamenti hanno accompagnato la ragazza in una comunità.
La mamma riferisce che ora in comunità è serena ma non sarebbe ancora stata portata dal medico.
La mamma della ragazza ci ha comunicato che già sabato scorso Carla le aveva raccontato che gli affidatari la minacciavano intimandole di non dire che voleva tornare dalla sua famiglia naturale perché poi non avrebbe più visto i suoi cari. Le aveva anche confessato che in passato l’affidataria l’avrebbe spintonata facendole battere la testa senza poi portarla dal medico.
La mamma ci riferisce che Carla si era rifiutata di tornare dagli affidatari e che l’assistente sociale non era rintracciabile. In seguito, la mamma ha contattato i carabinieri e nella mattinata di domenica Carla è stata riaccompagnata a casa della famiglia affidataria. Nella giornata di lunedì gli affidatari volevano impedire a Carla di andare al funerale di una persona cara ma l’assistente sociale le ha dato il permesso. Poi in serata le cose sono precipitate.
Paolo Roat Direttore del Dipartimento Nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus:
“Seguiamo da tempo la vicenda di questa famiglia e in questo come in altri casi abbiamo potuto constatare che le ottime riforme attuate dall’Assessore alle Politiche Sociali di Trento Mariachiara Franzoia stanno incontrando delle resistenze nelle Comunità di Valle in cui sembra persistere una cultura psichiatrica coercitiva nell’ambito delle Tutela Minorile.
Infatti, in questo caso, le richieste incessanti di Carla di tornare in famiglia non sembra siano state accolte pienamente e anche nell’ultimo episodio probabilmente non è stata ascoltata adeguatamente: Questo viola dei dettami delle Convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate dall’Italia, come richiesto anche nelle recentissime Osservazioni conclusive all’Italia del Comitato per i Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite che ha chiesto di:
-- (a) Introdurre una disposizione legislativa completa che stabilisca il diritto del bambino di essere ascoltato senza alcuna discriminazione dovuta all'età, invalidità o qualsiasi altra circostanza, sia nell'ambiente familiare che in qualsiasi procedura amministrativa, giudiziaria o di mediazione in cui il minore sia coinvolto e di garantire che l'opinione del minore sia presa in considerazione in base all'età e alla maturità del bambino…--”.