In Memoria del Dottor Thomas Szasz
Il professor Thomas Szasz , campione per antonomasia della libertà, pioniere nella lotta contro la psichiatria coercitiva e co-fondatore assieme alla Chiesa di Scientology del Citizens Commission on Human Rights (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani), è deceduto all'età di 92 anni.
Considerato da molti studiosi e accademici come il più autorevole critico di psichiatria, il Dottor Szasz è l’autore di centinaia di articoli e più di 35 libri sul tema, primo tra tutti " Il mito della malattia mentale ", un libro che ha scosso le fondamenta stesse della psichiatria quando venne pubblicato più di 50 anni fa.
Szasz è stato professore emerito di psichiatria presso l’ Università di New York , professore aggiunto presso il Cato Institute , membro a vita dell' Associazione Psichiatrica Americana , membro dell' Accademia Internazionale di Psicologia Forense , e la sua vita conta una lunga lista di successi educativi, credenziali, onori, premi e schede biografiche che parlano da soli.
Al mondo, egli fu il principale critico della psichiatria e delle sue pratiche invasive, un argomentatore e oratore brillante. Per coloro che hanno avuto il privilegio di lavorare accanto a lui, egli era spiritoso, affascinante, carismatico e senza paura. Ma sopra ogni altra cosa, era un difensore della libertà personale.
Come il Dottor Roberto Cestari, Presidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus sostiene:
Per molti decenni egli è stato il punto di riferimento della critica alla psichiatria coercitiva. Con lucidità a volte persino sorprendente egli ha svelato quanto di illogico e di irrazionale sia contenuto nel carrozzone della così definita “salute mentale”. Il suo messaggio, i suoi testi, il percorso che ha tracciato restano e resteranno per sempre un segno indelebile per chiunque si batta per la libertà e per la responsabilità individuale. Ci ha lasciati un grande della Terra il cui nome e la cui opera saranno ricordati sinché esisteranno uomini liberi.
Dice il professor Giorgio Antonucci:
Ogni volta che parlavo di lui io gli ho sempre detto che lo paragonavo a Voltaire, per i suoi scritti sulla tolleranza e contro le finzioni sociali che conducono alla discriminazione e alla persecuzione di quelli che non la pensano come noi o che vengono da lontano.
Szasz ha a lungo criticato l'uso della psichiatria come mezzo di controllo sociale e politico affermando:
Anche se non possiamo saperlo, abbiamo, ai giorni nostri, assistito alla nascita dello stato terapeutico. Questa è forse la maggiore implicazione della psichiatria come un'istituzione di controllo sociale. Quando uso il termine stato terapeutico, lo uso ironicamente: è terapeutico per le persone che stanno imprigionando il soggetto, per coloro che stanno somministrando la terapia, non è terapeutico per le vittime, per i pazienti.
L’alleanza del dottor Szasz con il CCDU ebbe origine da questa filosofia fondamentale. Non solo egli ha scritto e parlato dell'uso della psichiatria coercitiva, ma ha personalmente rappresentato le vittime. Nel 1969 come membro fondatore del CCDU, ha parlato a nome di un rifugiato ungherese, Victor Gyory, che era stato internato contro la propria volontà in un istituto psichiatrico, spogliato nudo, tenuto in isolamento e costretto a sottoporsi ad elettroshock. Szasz aveva stabilito che ciò che aveva portato gli psichiatri ad etichettarlo schizofrenico era stata unicamente l’incapacità di Gyory di parlare inglese e quindi di farsi capire. La testimonianza di Szasz ha fatto sì che il direttore dell’ospedale rilasciasse Gyory, creando un precedente di vittoria contro la psichiatria coercitiva e coatta.
Della sua alleanza con il CCDU, Szasz affermò:
Erano allora l'unica organizzazione, e sono ancora l'unica organizzazione, attiva nel tentativo di liberare i pazienti mentali che erano rinchiusi in ospedali psichiatrici, nonostante non ci fosse nulla di sbagliato in loro, non avessero commesso crimini, e che volevano uscire dall'ospedale. E questa per me era una causa molto utile; è ancora una causa molto utile. Dovremmo onorare il CCDU perché davvero è l'organizzazione che per la prima volta nella storia umana ha organizzato una voce politicamente e socialmente significativa a livello internazionale, per combattere la psichiatria. Questo non è mai accaduto prima nella storia umana.
È stato un onore e un privilegio lavorare al fianco di Thomas Szasz negli ultimi 43 anni. Continueremo la sua eredità nella lotta contro le pratiche psichiatriche abusive e coercitive finché libertà personale e diritti umani nel campo della salute mentale non siano stabiliti per tutti.
Silvio De Fanti
Vice Presidente CCDU Italia