Diciassettenne scomparso: appello al Sindaco
Fuggito dalla comunità non si trova da 2 settimane. I Servizi dopo 5 giorni non lo sapevano neppure.
CCDU: storia di mala-psichiatria che ci auguriamo finisca bene.
San Donato Milanese. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, che già tempo fa aveva raccolto una petizione affinché il Sindaco si attivasse per aiutare Giacomo e la sua famiglia, ha deciso di lanciare un appello pubblico al Sindaco di San Donato, Andrea Checchi, perché si attivi per aiutare questo ragazzo adottato di origini russe, fuggito dalla comunità due settimane fa.
Paolo Roat Responsabile Nazionale Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus attacca:
«Due anni fa avevamo raccolto una petizione tra i cittadini locali indirizzata al Sindaco perché riteniamo che questa sia una vicenda di mala-psichiatria. Oggi abbiamo deciso di rivolgerci all’opinione pubblica perché l’attenzione data a questa famiglia e ragazzo non è sufficiente, e pensiamo che i pericoli che corre siano stati sottovalutati.
Lanciamo questo appello pubblico al Sindaco e al Ministro Salvini. Dobbiamo attivarci subito per salvare Giacomo!Quello che sta succedendo a Giacomo è il risultato annunciato di un sistema di tutela dell’infanzia e dell’adolescenza di matrice psichiatrica che non funziona, un circuito in cui, secondo le segnalazioni che riceviamo ogni giorno, sono finiti anche altri adolescenti. Non si tratta semplicemente di ragazzi allo sbando, ma di un sistema che presenta criticità note da anni.
Lo scrittore premio Nobel Dario Fo, nel commentare uno di questi casi accaduto nel milanese, aveva parlato di spocchia delle istituzioni, che “trattano i bambini come fascicoli” - e non mancano i sospetti di conflitti d’interesse con la lobby psicofarmaceutica multimiliardaria.»
Le vicissitudini di Giacomo iniziano presto. Nel 2004 i genitori, un luogotenente della Guardia di Finanza e una contabile rimasta a casa per dedicarsi ai figli, lo adottano dalla Russia. Vengono giudicati idonei per l’adozione dal Tribunale di Milano e le relazioni dei Servizi sono positive. Per i primi anni va tutto bene. Giacomo cresce abbastanza serenamente con l’aiuto dei genitori e di alcuni professionisti privati, ma il suo passato lo tormenta.
Poi nel 2013 fa una ragazzata, si allontana da casa insieme al fratello. Intervengono i Servizi Sociali e l’Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e Adolescenza. I ragazzi vengono tolti ai genitori (una decisione forse presa con eccessiva leggerezza) e i professionisti privati che si occupano dei ragazzi vengono estromessi. Dopo questo intervento invasivo le cose iniziano a peggiorare. Il fratello più grande diventa maggiorenne, torna a casa e si ristabilisce. Ma per Giacomo le cose precipitano. Nel 2016, finisce per essere collocato coattivamente in una comunità psichiatrica. A quel punto la famiglia si rivolge al nostro comitato che denuncia pubblicamente l’accaduto (Minore tenuto in comunità psichiatrica per 12 mesi contro la sua volontà).
Poi nel 2017 Giacomo esce dalla comunità, ma ormai il danno è fatto. Infatti, già allora la mamma denunciava gli esiti di questo percorso psichiatrico coattivo in un articolo del nostro comitato: “Prima era un ragazzo difficile ma non faceva uso di sostanze e non fumava, avevamo alcune speranze di poterlo aiutare. Ora siamo disperati.” (vedi: Sbolognato alla famiglia dopo essere stato rovinato)
Dopo gli ultimi avvenimenti, l’avvocato della famiglia Francesco Miraglia rincara la dose:
«I Servizi sociali, cui è affidato e che hanno disposto a suo tempo l’allontanamento del minore dalla famiglia nemmeno sapevano che fosse scomparso da ben cinque giorni. È questo l’aiuto che si fornisce ai ragazzi quanto li si toglie dalle famiglie e li si affida alle comunità? A parte che questo ragazzo, sballottato da una comunità all’altra fin da piccolo, prima di frequentarle non fumava né spacciava.»
Giacomo era collocato nella comunità Exodus di Garlasco da cui è fuggito il 1° giugno. Da allora sembra sparito nel nulla.