Milano: sdegno e stupore nei commenti dei visitatori alla mostra
“Questa mostra apre gli occhi”
Sdegno e stupore nei commenti dei visitatori alla mostra “Oltre il Manicomio” del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, che ieri ha salutato Milano con un arrivederci a primavera.
Oltre 1600 persone, tra cui diversi psicologi, operatori sociosanitari, insegnanti, avvocati ed esponenti del mondo politico, hanno visitato una mostra che percorre la storia della psichiatria, dagli inizi ai giorni nostri, mettendo in rilievo le contraddizioni di una disciplina riformata solo in apparenza, perennemente in bilico tra medicina a controllo sociale ma sempre più sbilanciata verso quest’ultimo.
L’album dei visitatori è riempito con frasi di ringraziamento e incitazione a continuare:
- “importante divulgare queste realtà tenute nascoste”;
- “Mostra molto interessante e attuale, apre gli occhi e spiega cose che non si trovano nei libri di scuola”;
- “è ora di cambiare”.
Al taglio del nastro avevano partecipato la dott.ssa Lilia Adriane Azevedo, psicoterapeuta, psicologa forense e paladina dei diritti umani, l’avv. Enrico del Core e Alberto Brugnettini, rispettivamente presidente e vicepresidente del CCDU e il dott. Roberto Cestari, presidente onorario. Tutti hanno evidenziato le contraddizioni di una psichiatria che, in flagrante violazione delle linee guida congiunte ONU-OMS e della Convenzione Europea sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), non sembra in grado di rinunciare a coercizione e sedazione prolungate per adottare un’ottica socioterapeutica improntata al rispetto dei diritti umani.
Secondo gli organizzatori:
“La salute mentale è a sua volta malata: la riforma è stata tradita da sedicenti psichiatri basagliani che predicano bene ma razzolano male. Se il modello basagliano avesse davvero preso piede, Francesco Mastrogiovanni, Andrea Soldi ed Elena Casetto, morti di TSO, sarebbero ancora tra noi. Le linee guida ONU e OMS per la salute mentale sono il vademecum per realizzare veramente il sogno di Franco Basaglia, ma la psichiatria italiana fa orecchie da mercante.”
La mostra ha chiuso con un arrivederci: “Molte persone non hanno potuto partecipare: torneremo a Milano in primavera.”