Diritti Umani e salute mentale: settimana d’informazione e protesta a Milano
Si è chiusa con una marcia di protesta la settimana di mobilitazione e informazione su diritti umani e salute mentale promossa dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani. La marcia si è conclusa con un sit-in di fronte all’Università Statale, in cui erano riuniti e congresso gli psichiatri della ISAD – Società Internazionale per i Disturbi Affettivi - per “ridefinire i paradigmi per la cura dei disturbi dell’umore”.
Nel sito informativo del congresso ISAD era incluso un “Codice di Comportamento” per i partecipanti, in cui si richiedeva di non indulgere in “molestie sessuali” e “comportamenti abusivi”, ma il congresso, sponsorizzato da varie industrie farmaceutiche, non sembra avere affrontato le urgenti richieste fatte all’Italia dalle autorità internazionali. Per questo, il CCDU ha recapitato ai due co-presidenti del congresso una lettera aperta, chiedendo quale sia il piano di ISAD per implementare le raccomandazioni ONU e OMS sui diritti umani.
La marcia era stata infatti preceduta dal convegno “Rendere i Diritti Umani una realtà nel campo della Salute Mentale” nel corso del quale giuristi e operatori della salute mentale hanno dipinto un quadro estremamente controverso della salute mentale in Italia. Contrariamente alla narrativa dell’establishment psichiatrico, il sogno di Franco Basaglia è stato da tempo abbandonato e, come denunciato per l’ennesima volta dal Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura al termine della sua ispezione quadriennale in diversi reparti psichiatrici, siamo in grave ritardo nell’implementazione della Convenzione per i Diritti delle Persone con Disabilità (convenzione internazionale che pure è ratificata dall’Italia ed è legge). Le autorità internazionali denunciano un eccessivo ricorso alla contenzione e ai cavilli giuridici nell’esecuzione dei trattamenti coercitivi, condizioni igienico-sanitarie al di sotto dello standard europeo, mancanza di adeguata informazione sulle possibili cure alternative, mancanza d’informazione ai pazienti presi in carico circa il loro stato e i loro diritti e un “cortocircuito giuridico” impedendo di fatto l’attuazione dei diritti umani.
Nonostante le raccomandazioni dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che prevedono un progressivo abbandono del modello psicofarmacologico (un business annuale multimilionario), le vendite di farmaci psicotropi sono in costante aumento nel Belpaese mentre il ricorso ai servizi territoriali, il coinvolgimento delle famiglie e il supporto tra pari non vengono sviluppati, e la cronaca nera ripropone periodicamente casi di abuso (anche sessuale) su pazienti psichiatrici e casi di TSO violenti. Nel corso del convegno, Maria Cristina Soldi ha raccontato la straziante storia di suo fratello Andrea, morto di TSO a Torino nel 2015 tra sofferenze, agonie e menzogne.
Di fronte a questa situazione, la psichiatria sembra capace solo di sedare, con farmaci che spesso (come dettagliato negli stessi bugiardini e dalle autorità del farmaco) inducono proprio quei comportamenti violenti e autolesivi che pretenderebbero di ‘curare’.
In affiancamento al convegno, il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani ha allestito la mostra itinerante “Psichiatria: controllo sociale e violazioni dei diritti umani". La mostra fa tappa a Milano per la tredicesima volta, e racconta errori e orrori della psichiatria, dalla sua nascita a oggi, le torture spacciate come cure, le connessioni con l’industria multimilionaria del farmaco, i ripetuti fallimenti.
Ispirata al CCHR, co-fondato cinquantaquattro anni fa negli USA dalla Chiesa di Scientology e dal compianto Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria presso l’Università di New York a Syracuse, il CCDU è un’organizzazione di volontariato che opera in Italia dal 1979 per tutelare i diritti umani nel campo della salute mentale.