CCDU: Perizie pseudoscientifiche da bandire per sempre dai tribunali
Il caso è quello di una mamma romana quarantaduenne vittima di violenza da parte dell'ex compagno, in battaglia da anni, nelle aule di tribunale per evitare che, in seguito alla richiesta del padre, le venisse portato via il figlio che ora ha 12 anni. La Corte di Cassazione doveva valutare la decisione di decadenza dalla responsabilità genitoriale sul figlio minore e di trasferimento del bambino in casa-famiglia, decisione presa sulla base di una perizia psichiatrica di PAS (Parental Alienation Syndrome - Sindrome da Alienamento Genitoriale) il fenomeno per cui un minore rifiuterebbe uno dei due genitori (detto ‘alienato’) a causa di una presunta campagna denigratoria compiuta dall’altro genitore (detto ‘alienante’), ricavandone danni psicologici.
La Corte Suprema ha cassato la decisione del tribunale, che aveva disposto l'allontanamento del bambino, la decadenza della responsabilità genitoriale e l'interruzione dei rapporti tra mamma e figlio, ha annullato il provvedimento con cui l’autorità giudiziaria aveva deciso di non ascoltare il minore (che, nel caso specifico, aveva sempre convissuto felicemente con la mamma, con serenità e buoni risultati scolastici), e ribadito come l’uso della forza in fase di esecuzione dei provvedimenti di allontanamento sia fuori dallo stato di diritto.
L’ordinanza non solo apostrofa più volte il concetto di PAS con aggettivi come quali ‘presunta’ ‘cosiddetta’ e ‘pseudoscientifica’ ma si spinge oltre, ribadendo un concetto da noi più volte denunciato:
“il concetto di abuso psicologico (riferito nella perizia) appare indeterminato e vago, e di incerta pregnanza scientifica, insuscettibile di essere descritto secondo i parametri diagnostici della scienza medica … Non può essere sottaciuto che quest’ultima (la psicologia) utilizza modalità e parametri che pervengono a risultati valutativi non agevolmente suscettibili di verifiche empiriche che siano ripetibili, falsificabili e confutabili secondo i canoni scientifici universalmente approvati, e di riscontri univoci attraverso protocolli condivisi dalla comunità scientifica.”
L’Onorevole Veronica Giannone, segretario della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, e membro della Commissione d’Inchiesta sulle attività delle comunità di tipo familiare che accolgono minori, da noi interpellata, ha espresso soddisfazione per l’ordinanza:
“La Corte di Cassazione mette finalmente nero su bianco due principi per me fondamentali, per i quali ho sempre lottato:
“In tema di affidamento dei figli minori, l'ascolto del minore è espressamente destinato a raccogliere le sue opinioni e a valutare i suoi bisogni, e costituisce un adempimento previsto a pena di nullità: le consulenze tecniche di ufficio non possono sostituirsi a tale adempimento”
“La bigenitorialità è prima di tutto un diritto del minore e non dei genitori. Privare bruscamente un bambino dei propri affetti, delle proprie abitudini, della propria vita, non può avvenire senza tenere in conto delle conseguenze negative che un trauma del genere avrebbe sul minore stesso, e certamente un costrutto ascientifico come l'alienazione parentale non può mai giustificare una decisione così drastica"
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani esprime soddisfazione per questa ordinanza “Le cosiddette perizie psichiatriche non sono basate su alcun riscontro oggettivo (come analisi del sangue, TAC, ecografia ecc.) e hanno solo il valore di opinioni: i giudici si riprendano il loro ruolo di ‘periti dei periti”.