Campagna per la messa al bando dell’elettroshock
Oggi, presso la Chiesa di Scientology di Milano, è stato proiettato in anteprima il documentario “Terapia o Tortura? La verità sull’elettroshock”. L’evento, organizzato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU onlus), ha visto la partecipazione di una quarantina di persone ed è stato preceduto da un breve discorso di Alberto Brugnettini, vicepresidente del CCDU.
La somministrazione di TEC (Terapia elettroconvulsivante - il nuovo nome dell’elettroshock) è disciplinata in Italia da una circolare del Ministero della Salute - cosiddetta circolare Bindi, dal nome del ministro firmatario - del 1999. Questa circolare ribadisce che “nonostante la grande quantità di ricerche condotte Attivisti per i Diritti Umani lanciano campagna per la messa al bando dell’elettroshock
negli ultimi decenni, non è ancora stato chiarito in maniera precisa il meccanismo d’azione della TEC” e prevede l’obbligo di consenso informato.
Juan E. Mendez, Relatore Speciale dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, denunciava come “il carattere discriminatorio dell’intervento psichiatrico forzoso … nonostante la pretesa di buone intenzioni, rientra tra i requisiti previsti dall’articolo 1 della Convenzione contro la Tortura … ed è necessario imporre un divieto assoluto di qualsiasi intervento medico forzoso e non volontario, incluso la somministrazione coatta di psicochirurgia, elettroshock e psicofarmaci.”
In verità, secondo Brugnettini:
“Le tante testimonianze che raccogliamo, riferiscono spesso di un consenso molto meno informato di quanto non ci si aspetterebbe quando si preveda di scaricare oltre 400 volt nel cervello di una persona. E’ raro che il paziente venga reso veramente cosciente di tutte le controindicazioni e reazioni avverse elencate nella circolare Bindi. Date queste circostanze, la pratica rientra ampiamente nella definizione di tortura cui fanno riferimento le Nazioni Unite, e dovrebbe essere bandita.”