Malattia mentale: la teoria dello 'squilibrio chimico'
I neuroscienziati considerano che l'enfasi sui neurotrasmettitori come causa della malattia mentale non sia concetto scientifico, ma piuttosto una strategia di marketing farmacologico. E fa gli interessi unicamente delle aziende farmaceutiche. - Edward Shorter, medico storico presso l'Università di Toronto
Gli psichiatri hanno sempre cercato di ricavarsi una posizione all'interno della scienza medica, scimmiottando il principio secondo cui ogni malattia ha un'origine fisica. Da anni, senza uno straccio di prova, sostengono infatti che le malattie mentali derivano da malfunzionamenti del cervello dovuti a un presunto - ma mai dimostrato - squilibrio biochimico. Le loro terapie, in misura crescente, non prevedono più il lettino dello psicanalista o il manicomio, ma arrivano sui banconi della farmacia, alla portata di tutti.
Nella schizofrenia, ad esempio, era il sistema della dopamina a essere fuori posto, mentre la carenza di serotonina innescava la depressione.
Si è sviluppato un mercato di farmaci da 70 miliardi di dollari, ed è cresciuto a dismisura, con dosi giornaliere di pillole magiche che - si presume- debbano ripristinare l'equilibrio chimico dei cervelli. Le malattie mentali sono state così normalizzate e de-stigmatizzate: nessun problema; basta comprare la pillola magica.
Oggi, nelle menti di molti neuroscienziati, la teoria dello squilibrio chimico si è rivelata un mito, privo di fondamento scientifico. E le pillole sono ora riconosciute da un gran numero di esperti, così come da alcune delle case farmaceutiche, come intrugli magici. Eppure, come sostiene Shorter – ricercatore di Storia della Medicina all'Università di Toronto e autore di numerosi libri sulle pratiche psichiatriche – "in qualche modo questa notizia non è filtrata tra il pubblico nel suo complesso".
Secondo Shorter, negli ultimi anni i neuroscienziati affermano che questa enfasi sui neurotrasmettitori come causa della malattia mentale è più di un concetto utile a vendere farmaci piuttosto che un concetto scientifico. Aiuta le aziende a vendere farmaci, dando ai medici una giustificazione medica organica per prescrivere i farmaci - simile al colesterolo alto in malattie cardiovascolari o ai livelli di zucchero nel sangue nel diabete - offrendo allo stesso tempo ai pazienti una confortante ragione per prenderle. Ma in realtà nessuno sa quale sia la causa reale ed effettiva di queste malattie mentali.
Gary Greenberg, psicoterapeuta e autore, ha pubblicato un articolo sul New Yorker.
Dopo la seconda guerra mondiale – scrive Greenberg – i ricercatori hanno inanellato una serie di successi farmacologici che avrebbe rivoluzionato il mondo della salute mentale. Vennero introdotti il litio (per trattare la depressione maniacale), Torazina (schizofrenia), alcuni antidepressivi, il Librium e il Valium.
Queste scoperte però erano accidentali: si scopriva che un certo farmaco produceva un certo effetto e, a posteriori, se ne cercavano le cause. Decenni di frustrante ricerca, scrive Greenberg, hanno distrutto la teoria dello squilibrio chimico:
Non è insolito per un ricercatore in medicina, d'indagare il funzionamento di un farmaco dopo la sua scoperta. E', invece, insolita una ricerca di 50 anni che non trova niente.
Di Joseph Hall
The Toronto Star – 18 ottobre 2013
Articolo completo: http://www.thestar.com/news/insight/2013/10/18/mental_illness_is_chemical_imbalance_theory_a_myth.html
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche.
E' possibile visionare un estratto di uno dei nostri video documentari. Con più di 175 interviste ad avvocati, esperti della salute mentale, familiari delle vittime e agli stessi sopravvissuti, questo avvincente documentario smaschera la somministrazione di psicofarmaci e rivela una brutale ma ben consolidata macchina fabbrica-soldi. Visibile al seguente link:
http://www.ccdu.it/videos/making-a-killing.html