Genova, neonata strappata dal seno della mamma
A seguito di un litigio familiare, la mamma è ritenuta “inadeguata” e i nonni “vischiosi”. La bimba viene strappata via con forza, mentre è attaccata al seno.
Sollevazione popolare ad Alassio. La protesta e indignazione si allargano con associazioni, politici e professionisti schierati per questa famiglia molto nota per l’impegno nel volontariato.
Genova. Presso l’ospedale Gaslini di Genova una bambina appena nata - da soli cinque giorni - è stata strappata con la forza dalle braccia della mamma che la stava allattando. Presente alla sottrazione anche la nonna, un’esile e mite signora provata da un recente intervento chirurgico. La nonna riferisce che, di fronte alle sue proteste, gli assistenti sociali avrebbero denigrato la famiglia. Non solo: dovendo, ad un certo punto, andare in bagno, un’operatrice le avrebbe permesso di recarsi ai servizi solo dopo una vibrante discussione. Nonostante la presenza di vari operatori e rappresentanti delle forze dell’ordine in borghese, pare che nessuno si sia opposto a questo trattamento o abbia sollevato obiezioni.
La vicenda inizia un anno fa. La figlia, da poco maggiorenne, aveva partorito un bambino che fin da subito era stato cresciuto con amore assieme ai nonni. Lei è ancora una ragazzina, il bimbo ha 10 mesi e, dopo una banale lite familiare con la nonna, intervengono i servizi sociali che collocano mamma e bambino in una comunità di San Remo, separandoli, di fatto, da un ambiente familiare caldo e affettuoso, istituzionalizzandoli.
Ma in questa comunità “protetta” la ragazza rimane incinta di nuovo. I servizi scrivono al giudice criticando le capacità genitoriali dalla mamma e sostenendo che i nonni sarebbero “invischianti”. Il giudice, sulla base di queste valutazioni soggettive e discrezionali, ordina di strappare la neonata alla mamma e di allontanare anche il bimbo più grande di soli due anni collocandolo in una famiglia affidataria e vietando le visite alla mamma e ai nonni. Ancora una volta le valutazioni di natura psichiatrica, prive di alcuna validazione oggettiva o esami scientifici, e pertanto soggettive ed opinabili, sembrano orientare le decisioni e valutazioni della giustizia minorile.
La vicenda suscita un enorme scalpore nella comunità, dato che neanche agli animali ci si permette di strappare i cuccioli mentre succhiano il latte materno. Inoltre, i nonni sono molto conosciuti nel volontariato locale e apprezzati dalla comunità, tanto che il parroco stesso scrive una lettera al giudice. I nonni sono persone benemerite del sociale, riconosciuti dalla cittadinanza come persone molto attente ai bambini; la nonna ha persino scritto dei libri di fiabe, uno dei quali è stato donato in grandi quantità alle scuole del paese.
Per protestare contro questi abusi e per aiutare la famiglia è nato il comitato “PRO TOMMASO A CASA” (Tommaso è un nome di fantasia) promosso dall’ex sindaco di Alassio, Marco Melgrati, con centinaia di cittadini determinati a riportare sanità e giustizia. Anche il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus si è schierato a favore dei bambini in questa battaglia di civiltà. La famiglia è sostenuta anche da professionisti noti nel campo dei Diritti Umani per il loro grande impegno a difesa delle famiglie a cui sono stati allontanati i figli, come la Professoressa Vincenza Palmieri, consulente tecnico scientifico e l’avvocato Francesco Miraglia.