Fatti e bugie riguardo la “Terapia” Elettroconvulsivante (elettroshock)

Vignetta satirica elettroshock

Quando si tratta di spacciare bugie per verità, i fanatici dell’elettroshock non hanno rivali. Investono un sacco di soldi nel marketing delle loro bufale, per trasformare teorie e terapie non scientifiche in campagne pubblicitarie piene di termini altisonanti e pseudoscientifici.

Le nostre lampade, lavatrici e frigoriferi sono alimentate a 220 volt. Si potrebbe dunque credere che una scossa di 400 volt nel cervello rappresenti una vera e propria tortura. Invece gli psichiatri, pur confessando di non avere la minima idea del perché la cosiddetta Terapia Elettroconvulsivante funzioni (TEC - meglio conosciuta come elettroshock), cercano di convincerci che si tratta di una cura medica. Ecco come la procedura TEC viene descritta sul sito dell’Associazione Psichiatrica Americana. 

“Prima di ogni trattamento il paziente è sottoposto ad anestesia generale e gli viene somministrato un farmaco miorilassante (che rilassa i muscoli), dopodiché gli vengono applicati gli elettrodi in due punti ben definiti del cranio. Il cervello del paziente viene stimolato da una breve serie di scosse controllate, causando convulsioni del cervello della durata di circa 1 minuto. Il paziente dorme durante la procedura, e si risveglia 5-10 minuti dopo, come succede con interventi chirurgici di minore entità.”

Ora veniamo a quello che non ti dicono. 

Miorilassante. L’impatto della scossa è talmente forte che l’uso del farmaco miorilassante è necessario per impedire che le convulsioni rompano ossa e denti. La tua caviglia viene compressa con una cuffia ad alta pressione per impedire al miorilassante di raggiungere il piede, in modo che lo psichiatra possa osservare il tremolio del tuo piede - il segnale che la scossa è stata sufficiente a provocare convulsioni (lo psichiatra deve aumentare il voltaggio fino a osservare questo specifico fenomeno in quanto, per motivi che nessuno psichiatra ha mai spiegato, il presunto effetto terapeutico sarebbe dovuto alle convulsioni). Il miorilassante è così potente da interrompere la naturale respirazione, e rendere  necessario l’uso esterno di ossigeno.

L’anestetico. Per definizione, un anestetico blocca la sensazione di dolore; ma non impedisce alla causa del dolore di fare il suo danno. Se vi colpiscono alla testa con una mazza da baseball mentre siete sotto anestesia, potrete anche non sentire il dolore, ma il danno si manifesterà ugualmente.

La scossa. In questo stato quasi-comatoso (addormentati e ossigenati) vi vengono date scosse da 100-200 volt (ma si può arrivare a 400, se serve per ottenere le convulsioni “terapeutiche”) con correnti di 0,9 Ampere. Secondo l’agenzia statunitense per la sicurezza sul lavoro (OSHA), questo valore supera di otto volte il limite oltre il quale si manifestano danni neurologici. A titolo di paragone, 400 volt a 0,9 Ampere rappresentano una quantità di energia pari a un peso di 12 kg che cade dal primo piano di una casa.

Le testimonianze. Nel seguito, le testimonianze di alcuni pazienti che hanno subito TEC.

“Non ricordo granché. La TEC ha cancellato più di 20 anni della mia vita.”

“Le scosse causano grave perdita di memoria e disabilità intellettuali. Ora non ricordo alcuna esperienza precedente alla TEC. La mia vita, per come la conoscevo, è stata cancellata dalla TEC. Non so più chi sono.”

“Ma secondo me … di memoria me ne hanno bruciata una buona parte … mi sono trovata a tu per tu con una ragazza, una signora diciamo, un po’ più grande di me che c’è rimasta malissimo perché a un certo punto le dico ‘dimmi chi sei perché non mi ricordo di te.’”

“Questo tipo di terapia oltre il danno alla memoria visiva ha indotto anche un danno a livello cerebrale, cioè cognitivo, per il quale non sono più in grado di leggere. O meglio, di leggere fine a sé stesso leggo, ma non sono in grado di memorizzare il contenuto di ciò che ho letto.”

“Ho enormi difficoltà a ricordare quello che mi è capitato ieri o ieri l’altro … la sera magari guardo la televisione con mia moglie ..  lei mi dice che questo film l’ho già visto 5 volte e io non me lo ricordo”

“Per cui mi sono ritrovato una memoria che funziona male. Tutt’oggi ho grosse difficoltà a ricordare facce e fatti anche recenti…”

“Nei giorni immediatamente successivi non riuscivo a riconoscere nessuno, nemmeno mia figlia … che mi passava davanti e vedevo come un’estranea.”

“Sta di fatto che dopo questa terapia diverse cose della mia memoria sono state rimosse, però non sono stati rimossi i fattori scatenanti e determinanti del mio stato depressivo.”

In Italia. Molti ritengono che l’elettroshock non sia usato o, addirittura, sia vietato; ma non è così. La TEC è disciplinata da una circolare del Ministero della Sanità del 1999 (la cosiddetta “circolare Bindi" - Ministro ai tempi delle circolare) che ne limita l’applicazione definendo in maniera precisa i casi in cui può essere impiegato. Nel 2013 una Commissione d’Inchiesta del Senato sul Servizio Sanitario Nazionale, presieduta dal Senatore Ignazio Marino, ha reso noto che nel Belpaese sono attivi 91 centri per TEC, con un totale di oltre 1.400 pazienti trattati nel triennio 2008-2010, spessosenza rispettare gli stretti criteri previsti dalla circolare ministeriale..

Agenzia ONU per i Diritti Umani. In un documento recente le Nazioni Unite chiedono ai paesi aderenti di cancellare qualsiasi legge che consenta trattamenti psichiatrici coercitivi o invasivi come l’elettroshock o la contenzione.

Il CCDU, Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, un organismo di vigilanza contro gli abusi psichiatrici, chiede la messa fuori legge di questa pratica pseudomedica.

Alcune delle testimonianze citate in questo articolo sono tratte dal libro “Elettroshock. La storia delle terapie elettroconvulsive e i racconti di chi le ha vissute” a cura del Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

Fonti:

Articolo originale di Colin Taufer:  www.psychsearch.net/the-facts-and-lies-of-electric-shock-therapy/  (modificato nel finale per adattarlo alla realtà italiana)

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