Deriva autoritaria degli psicologi

Nel mese in cui si celebra la Giornata Mondiale della Salute Mentale, una controversa assemblea dell’Ordine degli Psicologi, con 9.034 sì e 7.617 no, approva un nuovo codice deontologico in controtendenza rispetto alle raccomandazioni delle autorità internazionali. L’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci chiedono a gran voce di superare le pluriennali inadempienze, e finalmente implementare la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità. La Convenzione prevede, tra l’altro, l’abolizione dei trattamenti coercitivi.

La votazione riflette la spaccatura determinatasi in seguito al rifiuto di discutere e votare ogni singolo cambiamento per imporre invece un voto sull’intero documento, quando molti psicologi avevano espresso critiche su alcuni articoli. Ecco gli articoli oggetto della controversia:

L’articolo 4 non prevede più l’obbligo al rispetto della dignità, riservatezza, autodeterminazione e autonomia del paziente.

Il vecchio articolo 22 recitava:

 “Lo psicologo adotta condotte non lesive per le persone di cui si occupa professionalmente, e non utilizza il proprio ruolo ed i propri strumenti professionali per assicurare a sé o ad altri indebiti vantaggi.” 

L’articolo 4 elude l’obbligo dello psicologo a rispettare “la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni” a favore di fumose affermazioni espresse nella “premessa etica”. 

L’articolo 22 ingabbia la relazione terapeutica in rigidi protocolli predefiniti. 

L’articolo 24 prevede che non venga più chiesto il consenso dei genitori in ambiti non sanitari.

L’articolo 31 tratta lo stesso argomento nei casi di persone minorenni o incapaci:

«Nei casi di assenza in tutto o in parte del consenso informato, ove la psicologa e lo psicologo ritengano invece che il trattamento sanitario sia necessario, la decisione è rimessa all’autorità giudiziaria»

La cronaca ci offre quotidianamente il desolante risultato dei TSO, con pazienti che scappano e, a volte, muoiono: è di pochi mesi fa la notizia dell’ispezione compiuta dal Comitato Europeo per i Diritti delle Persone con Disabilità, che aveva riscontrato il permanere in Italia di flagranti violazioni dei diritti umani in ambito psichiatrico, richiedendo per l’ennesima volta che la Convenzione (ratificata dall’Italia, e in vigore come Legge della Repubblica) venga applicata (https://www.ccdu.org/psichiatria-italia-cosa-fare).

Il nuovo codice deontologico degli psicologi va in direzione opposta e potrebbe apparire come un maldestro tentativo di scimmiottare il modello autoritario psichiatrico, che consentirebbe agli psicologi di moltiplicare i loro guadagni trasformando chiunque in un paziente.

 Secondo alcune fonti, Sigmund Freud avrebbe dichiarato: “I colleghi soffrono di invida della camicia di forza”.

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