Coppia minacciata dall'operatore: il bambino torna a casa

Giustizia

Il tribunale ha decretato l’immediata deistituzionalizzazione del bambino. CCDU: un approccio non psichiatrico che garantisce il diritto del bambino alla sua famiglia.

Bari. Ritorna in famiglia il bambino dei genitori della provincia di Bari che alcuni mesi fa erano stati minacciati da un operatore con queste parole: “O cambiate avvocato o non riavrete vostro figlio”.

Il Tribunale ha decretato oggi l’immediata deistituzionalizzazione del minore autorizzandone il collocamento presso l’abitazione dei genitori. Si conclude così felicemente una vicenda che era stata riportata dalla stampa locale e nazionale dopo che la coppia, difesa dall’avvocato Francesco Miraglia, aveva denunciato le minacce ricevute.

Anche il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus era intervenuto lanciando un appello al Sindaco perché l’educatore in questione avrebbe anche affermato:

“Siccome il giudice fa come diciamo noi, il bambino rischiate di non vederlo più”.

Quest’affermazione sollevava delle ombre sinistre sia sui Servizi Sociali sia sul Tribunale che ha nominato un Consulente d’Ufficio ed infine, dopo attenta analisi, ha collocato il bambino tra le braccia amorevoli dei suoi genitori.

La vicenda nasce quando il bambino era appena nato. Come riferisce il decreto, il provvedimento era stato promosso a tutela del minore, di soli undici giorni di vita, in considerazione delle precarie condizioni esistenziali della mamma. Al tempo, il bambino era stato strappato dal seno materno mentre lo stava ancora allattando, e collocato in una comunità: lontano da mamma e papà.

Alcuni anni dopo la coppia aveva contattato il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus che aveva iniziato un’investigazione e avviato i primi passi per sanare l’ingiustizia. In seguito, i genitori avevano incaricato l’avvocato Francesco Miraglia che nominava come consulente la dottoressa Marzia Pantanella. Oggi finalmente la felice notizia.

La dottoressa Marzia Pantanella ha commentato così:

“Perseverare con costanza, pazienza, professionalità ed onestà fiducia queste sono le parole chiave per la riuscita di un percorso doloroso, sfiancante... il tempo è quello che pesa ma collaborando, parlando chiaramente da subito con i genitori la speranza è la spinta maggiore! Lavoro scrupoloso, attento ma soprattutto il benessere maggiore del minore hanno condotto alla ricostituzione di una famiglia felice. I genitori non hanno mollato, si sono affidati.”

Paolo Roat, Responsabile Tutela Minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, ha affermato:

“Siamo felici dell’esito finale positivo, ma questa coppia e questo bambino hanno sofferto per anni a causa dell’approccio psichiatrico delle persone che si erano occupate della famiglia.

Fin dall’inizio ci era parso evidente che il bambino fosse stato allontanato a causa di un pregiudizio di matrice psichiatrica nei confronti della mamma. Proprio oggi ho parlato con la mamma che mi ha detto di sentirsi più forte dopo questa sentenza perché le è stata restituita la sua dignità.

Questa mamma mi ha fatto capire che non si dovrebbero giudicare le persone: viste da fuori potrebbero sembrare «strane», ma la verità era l’amore che lei aveva nel cuore per suo figlio. Confesso che la Consulenza della dottoressa Antonietta Curci, coadiuvata dalla consulente di parte dottoressa Marzia Pantanella, mi ha commosso per l’approccio non psichiatrico e rispettoso dei diritti umani.

Particolarmente interessante è il punto in cui si sostiene che il supporto ai genitori «non deve connotarsi come intrusivo e controllante ma deve essere orientato alla progressiva autonomizzazione [rendere autonomi] dei genitori».

A mio avviso, se questo punto di vista fosse stato adottato fin dall’inizio, non ci sarebbe stato bisogno di allontanare il bambino. Mi auguro che tutte le persone coinvolte sappiano trarne insegnamento.”
 

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