Continuano le assurdità sulla salute mentale
Connecticut Mirror - di Sheila Matthews Gallo
In risposta all’articolo di Sabato 3 maggio, dal titolo "Il cambiamento biologico nel disturbo mentale può essere verificato.", non siamo sorpresi nel vedere un ex membro della NAMI, (National Alliance on Mental Illness - Alleanza Nazionale sulle Malattie Mentali - associazione sostenuta dalle Case Farmaceutiche), fornire informazioni inesatte su ciò che è o non è una malattia mentale.
In primo luogo, dal sito di recensioni NAMI, si vede come l'organizzazione non preveda una causa per ciascuna delle malattie mentali elencate. Mentre vi è una ricerca in corso in molte università su molte presunte malattie mentali, ad oggi, non vi è alcuna prova medico/scientifica per sostenere la loro origine.
Come riconosciuto da Thomas Insel, direttore del National Institute of Mental Health (Istituto Nazionale di Salute Mentale):
Il DSM è stato descritto come una 'Bibbia' per il campo ma, nella migliore delle ipotesi, non è che un dizionario... Le diagnosi DSM si basano su un consenso dell’insieme dei sintomi clinici, senza alcuna oggettiva verifica di laboratorio.
L'autore dell’articolo cita furbescamente le ricerche neuronali fatte alla Yale University, ricordandoci che:
Le persone affette da malattie mentali hanno cambiamenti biologici verificabili, come ad esempio un ippocampo più piccolo.
Tuttavia, sebbene ci siano alcuni studi riguardo presunte correlazioni tra malattie mentali e differenze di volume del cervello, l'autore dell’articolo si guarda bene dal dirci a quale di questi studi faccia riferimento e se, in quello studio specifico, i ricercatori si fossero presi il disturbo di verificare che i partecipanti allo studio non avessero precedentemente fatto uso di psicofarmaci.
Da tempo, infatti, si sa che alcuni psicofarmaci - benzodiazepine e antipsicotici - effettivamente causano atrofia - restringimento cerebrale.
La dichiarazione più onesta da parte dell'autore è:
Non riusciamo ancora a capire tutti i meccanismi di tutte le malattie mentali, o comunque molti di questi...
Il fatto è che la psichiatria non capisce come funziona il cervello.
Secondo il dott. Peter Breggin, psichiatra laureato ad Harvard:
È stato provato che ogni tipo di psicofarmaco, quando usato per mesi o anni, causi non solo restringimento del cervello in molti pazienti, ma anche un grave deterioramento dello stesso.
Maggiori dettagli si trovano sul libro del dr. Breggin:
Scalaggio di psicofarmaci: una guida per medici, psichiatri, pazienti e famiglie". In un'intervista a Ablechild, lo stesso dr. Breggin disse: "Non è mai stato dimostrato che i disturbi psichiatrici abbiano origine in cause biologiche o genetiche.
Fonte articolo: http://ctmirror.org/op-ed-more-mental-health-nonsense/
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche.