Mamma contesta assistente sociale. Lei le nega le visite con il figlio
Trento: secondo i genitori siamo di fronte a un caso di “ritorsione”.
Trento. Dopo un incontro positivo con l'Assessore Alberto Casal, competente per i Servizi Socio-Sanitari Assistenziali della Comunità della Valle di Fiemme, che aveva assicurato ad una coppia d'interessarsi alla loro vicenda, è arrivata una doccia fredda nell’incontro con assistente sociale, EMAF e Progetto ’92. Secondo i genitori, l'assistente sociale era stata duramente contestata dalla coppia che l’accusava di aver portato avanti una valutazione psicologica in sede di perizia senza poi poter produrre il certificato che dimostrasse tale “diagnosi”.
Secondo la coppia sarebbe stato anche questo suo sconfinamento in campo psicologico, in aggiunta alla presunta negligenza del consulente, in seguito denunciato penalmente, che avrebbe orientato negativamente la perizia su di loro. Ma, secondo quanto riferiscono i genitori, l’assistente non solo non si sarebbe ritirata dal caso, ma avrebbe persino attaccato la coppia per una presunta mancanza di collaborazione.
Infatti, dopo che lo psicologo dell’EMAF aveva elogiato la famiglia per l’ottimo comportamento tenuto con il bambino e il favorevole andamento degli incontri, è arrivata la doccia gelata dell’assistente sociale che, secondo quanto riferito dalla coppia, avrebbe detto:
…occorre andare in una direzione, da una parte ci sono azioni forti contro [NdR. di me] ed è chiaro che si prende atto di questo, non è una collaborazione questa. … Se poi si raccolgono le firme contro i servizi si va con gabbie per canarini... È chiaro che questa sua azione non significa collaborare quindi il progetto non andrà avanti, fino a che non ci sarà [NdR. collaborazione] noi garantiamo e permettiamo solo le visite….
Da questa dichiarazione sembrerebbe che l’assistente sociale abbia negato l’aumento di visite alla mamma e al papà non tanto per il bene del bambino, ma per il loro comportamento contro di lei.
A questo proposito la mamma ha dichiarato:
Purtroppo, in questo senso, la situazione è bloccata e ho la netta sensazione che si tratti di una rappresaglia del servizio sociale nei nostri confronti, inaspritasi dopo le azioni che siamo stati costretti ad intraprendere al fine di ottenere giustizia. L'assistente continua a definire ‘polemiche’ le mie richieste di chiarimenti, che da oltre un anno non ottengono risposta, ed è mia opinione che anche nell'incontro di ieri si sia data da fare di più a divulgare la mia presunta polemicità ai presenti che non a concentrarsi su quello che è meglio per il bambino.
Ma veniamo ai fatti. Recentemente questa coppia della Valle di Fiemme aveva iniziato una battaglia pubblica per cambiare l’assistente sociale, dopo una serie di comportamenti della stessa che, a dire della coppia, avevano minato alla radice qualsiasi residua fiducia verso di lei e il servizio sociale. Secondo la coppia l'assistente sociale continuava a rifiutare l'accertamento dei fatti che le contestavano.
Ma secondo la coppia la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata l’ultima udienza presso la Corte di Appello di Trento. Infatti l'avvocato nominato contro la coppia avrebbe addirittura affermato che il servizio sociale sosteneva che lei non poteva essere una buona mamma perché non aveva nessun contatto con gli altri due figli maggiori.
In realtà il secondo figlio (diciannovenne) abita con la coppia, mentre il maggiore (venticinquenne) abita vicino a loro ed è in buoni rapporti. Pare anche che l’assistente sociale ne fosse addirittura a conoscenza dato che recentemente aveva parlato con il figlio di 19 anni il che , se confermato, suonerebbe pelomeno sospetto..
L’avvocato della coppia, Francesco Miraglia, sta valutando i fatti per decidere le prossime azioni da intraprendere in merito al comportamento di questa assistente sociale:
L’ultima decisione dell’assistente sociale comunicata ai genitori è molto grave - dice Miraglia -
vista la ‘mancanza di collaborazione’ gli incontri tra figlio/genitori non saranno aumentati. Questa è un’ulteriore conferma della necessità di una riforma radicale del sistema minorile. Com’è possibile che un assistente sociale abbia un potere così ampio sulla vita di un bambino e di una famiglia?
Ci auguriamo che qualcuno decida di intervenire a favore di questa coppia e di questo bambino e che non prevalga la logica di casta e di protezione dei poteri costituiti.Questa vicenda, se confermata, sembrerebbe contenere parecchie irregolarità. Ricordiamo altresì che lo psicologo che ha fatto la perizia su questo bambino è stato denunciato.