La fine degli antidepressivi?

Depressione pillole

Gli studi dimostrano che non sono più efficaci del placebo, ma comportano gravi rischi per la salute

"È come la storia del re nudo, e le persone stanno iniziando a vederlo" — Robert Hedaya, medico

Gli spettatori di una trasmissione di "60 Minutes" di febbraio sono rimasti scioccati nell’apprendere che alcuni studi dimostrano che gli antidepressivi, nel complesso, non sono più efficaci del placebo.

Questa rivelazione sugli antidepressivi – che sono tra i farmaci più venduti e maggiormente prescritti nel mondo occidentale – possono apparire nuove ad alcuni; ma gli studi condotti dal Dr. Irving Kirsch (Direttore associato del
programma che si occupa degli studi sul placebo presso il Beth Israel Deaconess Medical Center e la Harvard Medical School) e colleghi hanno fatto aprire gli occhi e attirato l'attenzione dal 1998. Il che solleva la domanda: gli studi di Kirsch hanno avuto un qualche impatto sulle vendite di antidepressivi e/o sui modelli di prescrizione dei medici?

Quando queste domande sono state poste dalla Healthcare Finance News, l'industria farmaceutica ha risposto col silenzio. In compenso, la IMS Health, un'azienda di servizi e analisi professionale per il settore sanitario, tra cui l'industria farmaceutica, ha presentato i dati di mercato sugli antidepressivi tra il 2006 e il 2011.
Questi mostrano che il totale di dollari per la vendita di antidepressivi sono diminuiti dal 2006 e il numero di prescrizioni erogate è cresciuto. Lo scorso autunno, i centri per il controllo delle malattie e prevenzione hanno rilasciato numeri che mostrano che l’uso di antidepressivi è cresciuto del 400% dal 2005 al 2008: circa l'11% degli americani assumono antidepressivi. Sembra dunque che studi di Kirsch sugli antidepressivi e placebo abbiano avuto scarso impatto, se ne hanno avuto, sul mercato.

"Penso che parte del problema sia il fatto che, molti anni fa gli psichiatri usassero fare psicoterapia," ha detto Kirsch, direttore associato del programma di studi sul Placebo e dell'incontro terapeutico della Harvard Medical School. "Una delle cose accadute negli ultimi decenni è che l’uso della psicoterapia è diminuita sempre più, finchè la psichiatria è diventata unicamente la professione per la prescrizione di farmaci."

"A parte il farmaco, non c'è nessuna risposta per questi medici", dice l’ex farmacista Tim Dannehy, "Che cosa è cambiato? La vecchia abitudine di sedersi col paziente e parlare con lui per un'oretta cercando di capire qual è la fonte del loro problema di insonnia o la fonte della loro depressione, quella, non esiste più. Ora c’è soltanto una visita dai 10 ai 15 minuti in ufficio e un “Ti scriverò la prescrizione perché è l'unica risposta che c’è ora."

Le tendenze in psichiatria, come l’uso di antidepressivi per curare la depressione, sono cicliche, dice Robert Hedaya, medico, fondatore del Centro Nazionale per la Psichiatria Globale. Nonostante studi come quelli di Kirsch possano sembrare non avere un impatto, essi fanno parte di quel ciclo storico. "Ogni 50 anni circa si verifica lo sviluppo di nuove tecnologie sostenute da studi, di cui la gente si entusiasma sul serio quindi, circa a metà di questo ciclo, sorgono domande e verso la fine del ciclo tutti dicono "Oh, non funziona quasi mai” e circa a quel punto qualcun altro dice “Oh, abbiamo questa nuova cosa e gli studi al riguardo sono eccezionali”. E le persone ricominciano ad eccitarsi, ci si arricchiscono e andiamo attraverso tutto il ciclo di nuovo."

Aggiungete a questo ciclo i gravi rischi per la salute associati all'uso di antidepressivi ed è inevitabile che la mania per gli antidepressivi finirà. "È’ come il re che è nudo, e la gente inizia ad accorgersene".

Healthcare Finance News –di Stephanie Bouchard, codirettrice

Fonte Articolo: http://www.healthcarefinancenews.com/news/end-antidepressants

Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche e richiedere l'applicazione del consenso informato secondo il Codice di Deontologia Medica art. 33, 34 e 35.
 

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