Huffington Post - I rapporti interpersonali è possibile finiscano nelle malattie psichiatriche

Manuali psichiatria

Quante volte abbiamo esclamato in preda all’esasperazione: "La mia famiglia mi sta facendo impazzire!"? Fino ad ora, era un semplice modo di dire. Tra un anno potrebbe farti candidare per una terapia gratuita.

Da alcuni anni a questa parte, infatti, c'è un movimento in atto nel campo della sanità mentale per includere una diagnosi chiamata "disturbo relazionale" nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), la bibbia psichiatrica dell’Associazione Psichiatrica Americana (APA), la cui uscita è prevista nel 2013.

I disturbi relazionali sono definiti come "modelli di comportamento persistenti e dolorosi, sentimenti e percezioni che coinvolgono due o più partner in un rapporto personale importante." In genere, le persone che soffrono di disturbi relazionali hanno problemi con i loro principali gruppi di sostegno, in particolare le loro famiglie.

Il concetto di disturbi relazionali, come quasi tutto nelle diagnosi psichiatriche dei nostri giorni, ha le sue radici indietro nel tempo. Nel XIX secolo in Francia gli psichiatri coniarono il termine "folie â deux" (follia a due) per descrivere una follia condivisa da due persone.

In un disturbo relazionale tra due coniugi, ad esempio, mentre nessuno dei due potrebbe soffrire di una malattia individuale, entrambi potrebbero condividerne una. O come la rivista Time ha scritto nel 2002, "Io sono OK, tu sei OK, noi non siamo OK". Quindi?

Se gli autori del DSM riconoscono ufficialmente una diagnosi questo dà ai ricercatori un termine d’autorità su cui poi condurre studi sulle condizioni mentali. Questo torna utile quando qualcuno è alla ricerca di malattie psicologiche, le cui cause e sintomi sono molto meno chiari di quelli, (senti un po’), del cancro o delle malattie cardiache.

I fautori della diagnosi di RD (disturbo relazionale) dicono che la ricerca è dalla loro parte e che le persone con relazioni disfunzionali riempiono le sale d'attesa dei medici. Ma forse ancor più importante è il fatto che una volta che una diagnosi entra nel DSM, le assicurazioni sanitarie (private e pubblica) normalmente copriranno i costi del trattamento. Nessuna meraviglia che alcuni abbiano definito le diagnosi nel DSM come " richieste di risarcimento assicurative ". Sembra infatti che dietro alle forti pressioni che spingono per introdurre questo disturbo nella prossima edizione del DSM ci sia la lobby dei consulenti matrimoniali, desiderosi di assicurarsi una fetta di una torta piuttosto cospicua: oltre 800 mila coppie si recano ogni anno dal consulente matrimoniale solo negli USA!

Ancora in ultima analisi, forse l'aspetto più inquietante della consacrazione dei disturbi relazionali è che questo è solo l'ultimo di una lunga serie di eventi della storia della psichiatria, che ha visto i suoi professionisti cercare sempre più di estendere la propria autorità all’interno dei confini privati della vita quotidiana. Così se il prossimo DSM includesse i Disturbi Relazionali, innumerevoli persone si sveglieranno una mattina con un disturbo psichiatrico. E questo avrà molto più a che fare con l’interesse personale di una professione che con la vera scienza.

6 Aprile 2012
Di Ian Dowbiggin
Fonte articolo: http://www.huffingtonpost.com/Ian-Dowbiggin/relationships-May-soon-be-diseases_b_1408948.html

E’ possibile visionare un estratto del video documentario che denuncia come il manuale diagnostico e statistico non sia basato su fondamenta scientifiche, come per ammissione anche di alcuni operatori del settore. Visibile al seguente link: http://www.ccdu.it/videos/diagnostic-statistical-manual.html.
 

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