Mio figlio impara ed è felice
Lettera di un padre a due anni dalla sentenza di Bolzano che garantì il diritto all'apprendimento di suo figlio, con i migliori auguri per tutti i bambini.
Bolzano. A due anni dalla Sentenza del Tribunale per i minorenni di Bolzano, che garantiva il diritto all'apprendimento di un bambino, a suo tempo riconosciuto disabile sulla base di una diagnosi psichiatrica, ci è arrivata la lettera di suo papà. La pubblichiamo perché rappresenta un bel messaggio di speranza per tanti altri bambini, e un augurio per tutti.
In seguito alla diagnosi psichiatrica, il ragazzo avrebbe dovuto seguire un percorso didattico diverso che, pretendendo di assicurare il diritto allo studio, nei fatti, gli avrebbe negato il diritto all’apprendimento. Il giudice, vista la Consulenza Tecnica della Prof.ssa Vincenza Palmieri, aveva accolto la richiesta di inserirlo nel programma della classe. A due anni di distanza, la coraggiosa scelta della dottoressa Brunhilde Platzer, a quel tempo presidente dei Tribunale dei Minori di Bolzano, si è rivelata giusta.
Questo alimenta ancora di più i dubbi sulla controversa legge che introduce i cosiddetti disturbi specifici dell’apprendimento. Questa legge, ispirata alle diagnosi organiciste descritte nel manuale psichiatrico (diagnosi che, lo ricordiamo, non sono sostenute da alcun riscontro oggettivo) in pochi anni ha trasformato in malati mentali un numero impressionante di bambini con problemi scolastici (circa il 4% secondo l’associazione italiana dislessia - https://www.aiditalia.org/it/news-ed-eventi/news/quanti-sono-studenti-con-dsa-italia-dati-a-confronto). Ancora una volta, un approccio basato sul buon senso e sulla buona pedagogia si dimostra vincente rispetto al manuale psichiatrico.
«Mio figlio ha il diritto di imparare come tutti ed è felice. E lo sono anch’io.
Mi chiamo Pietro e sono il padre di Filippo (nome di fantasia). A seguito di una segnalazione della scuola abbiamo avuto parecchi problemi. Filippo, sulla base di un certificato psichiatrico, è stato messo su un programma ridotto con voti falsati. Indipendentemente da quanto studiasse, dopo questa diagnosi psichiatrica riceveva sempre voti falsamente buoni.
Gli altri scolari hanno iniziato a prenderlo in giro, ha perso fiducia in sé stesso, e soprattutto ha perso il diritto di imparare. Secondo me poi nel mondo del lavoro si sarebbe trovato male.Dopo la certificazione per me la scuola era diventata oppressiva e limitava la mia libertà nella vita famigliare: mi sentivo continuamente controllato dal sistema psichiatrico, dalla scuola, dagli assistenti sociali, con l’onnipresente spada di Damocle del Tribunale dei minori. Vivere in questo modo non era molto bello. C’era anche il rischio degli psicofarmaci: parecchi bambini sotto controllo o cura psichiatrica prendono potenti psicofarmaci come il Ritalin.
Mi sono sentito in dovere di cambiare e migliorare la situazione. Ho deciso di ridare a mio figlio i suoi diritti, in particolare di poter studiare come tutti i suoi compagni di classe.
Per fortuna alcune persone mi hanno aiutato veramente. Ringrazio il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) e il responsabile per l'area bambini Paolo Roat. Un enorme ringraziamento va alla Prof.ssa Vincenza Palmieri fondatrice dell’istituto Nazionale di Pedagogia Familiare di Roma.
Con la Prof.ssa Vincenza Palmieri siamo riusciti a togliere Filippo da questo sistema psichiatrico istituzionale. Ho avuto anche la fortuna di ricevere aiuto dalla direttrice della scuola media di Filippo che ci ha aiutato a far capire al Tribunale che con Filippo andava tutto bene.
Ora Filippo è felice, ma anche io provo un grande senso di libertà: non mi sento più sotto il controllo della scuola, degli assistenti sociali e/o del Tribunale. Tutti questi sono stati successi MOLTO grandi!!!
Consiglio a tutti di non ignorare la situazione e di contattare il CCDU al più presto possibile per ricevere aiuto in queste situazioni.
Oggi Filippo è molto bravo a scuola ed è felice. Non era abituato ad essere così bravo. È riuscito a ottenere ottimi voti a scuola. A Bolzano ha avuto spesso anche dei 9 o dei 10. E adesso anche in Austria è bravissimo. Anche qui in pagella ha i migliori voti possibili.
Lui è felice ed è contento di andare a scuola senza declassificazione perché così ha gli stessi diritti degli altri. Firmato Pietro: papà di un bambino felice.»