A Firenze la protesta contro gli abusi psichiatrici
Manifestanti da tutta Italia e dal nord Europa per dire no ai trattamenti distruttivi
Più di 2000 persone provenienti da tutta Italia, Francia, Svizzera, Germania, Paesi Bassi e Danimarca hanno preso parte al corteo di protesta contro le violenze psichiatriche che si è svolto stamattina nel centro di Firenze.
Rappresentanti di associazioni italiane ed europee in difesa dei diritti umani hanno manifestato il loro dissenso agli psichiatri che da oggi fino al 4 aprile partecipano al congresso che l'Associazione Psichiatrica Europea ha organizzato a Firenze.
Secondo il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU), associazione che dal 1979 denuncia gli abusi nel campo della salute mentale e che ha promosso la manifestazione, il congresso finirà per far aumentare l'uso di psicofarmaci e per promuovere quella che sembra essere la nuova frontiera della psichiatria: l'uso di elettrodi impiantati nel cervello, alimentati da una micro batteria posta sotto pelle, collegata con sottilissimi fili che percorrono la nuca.
La maggior parte degli psichiatri che compongono il vertice dell'associazione europea di psichiatria, e lo stesso comitato scientifico del congresso, sono noti per i loro legami con l'industria farmaceutica e con produttori di dispositivi per la stimolazione elettrica del cervello, gli stessi che sponsorizzano il congresso.
Il corteo è partito da piazza Santa Maria Novella in direzione di Piazza San Marco per poi far ritorno al punto di partenza dove il Dr. Roberto Cestari, presidente del CCDU Italia, ha salutato i manifestanti. Tra coloro che hanno parlato, la prof.ssa Vincenza Palmieri, fondatore del Programma Vivere Senza Psicofarmaci, ha detto che da 30 anni ogni giorno famiglie e bambini finiscono in un sistema che risucchia la loro vita a causa dell'uso di psicofarmaci.
Come documentato da innumerevoli studi internazionali pubblicati dalle più importanti autorità nazionali di farmacovigilanza, gli psicofarmaci causano pericolosi effetti collaterali, incluso ideazioni omicide e suicide, psicosi, mania, aggressione, allucinazione, gravi danni epatici, difetti di nascita, diabete, attacco cardiaco, ictus e perfino decesso improvviso.
Per l'OSMED (Osservatorio Nazionale sull'Impiego dei Medicinali) il consumo di questi farmaci psicoattivi è in costante aumento in Italia: nel 2015 i farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale erano al quarto posto nella classifica dei farmaci più venduti, con una spesa di oltre 3,3 miliardi di Euro. Tra questi, la parte del leone la fanno gli antidepressivi (più venduti in ambito non ospedaliero) e gli antipsicotici (i più prescritti negli ospedali). A livello europeo preoccupa che il 33% degli adulti di età compresa tra 18 e 29 anni abbia già assunto farmaci psicotropi. (http://www.aifa.gov.it/content/luso-dei-farmaci-italia-rapporto-osmed-2015)
Il CCDU e le associazioni a tutela dei diritti umani che hanno manifestato si sono impegnate per la messa al bando dell'elettroshock, trattamento barbaro, ascientifico, con effetti devastanti per la memoria e la salute in generale.
Secondo la relazione presentata nel 2013 al Senato dalla Commissione Parlamentare sul Servizio Sanitario Nazionale, l'elettroshock (anche detto Terapia Elettro-Convulsivante – TEC - per dargli una veste più scientifica) viene praticato in 91 strutture ospedaliere e in alcune di esse come trattamento primario, in barba alle stesse direttive del Ministero della Salute che consigliano di usarlo solo dopo appropriati interventi farmacologici.
Chi ha subito elettroshock ha raccontato testimonianze dolorose (ricordiamo quella della poetessa Alda Merini) e a coloro che lo promuovevano Franco Basaglia diceva che ha tante probabilità di curare un disturbo mentale quante ne ha una martellata di aggiustare una radio.
Alle 17, presso l'Auditorium del Duomo, in via de' Cerretani, 54r, è stata inaugurata la mostra multimediale "Psichiatria: controllo sociale e violazione dei diritti umani". Con i suoi 75 pannelli fotografici e i 14 documentari visionabili su 8 monitor consente al visitatore di ripercorrere 300 anni di storia di trattamenti psichiatrici. Rimarrà a Firenze fino al 10 aprile e potrà essere visitata ogni giorno dalle 9.30 alle 17.