Elettroshock: milioni di persone danneggiate con questo “trattamento” ogni anno

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Il CCHR chiede l'intervento del Garante

Il CCHR (Citizen Commission on Human Rights - associazione sorella del CCDU, Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani) ha scritto al Garante della sezione Neurologica della FDA (l'autorità USA per farmaci e dispositivi medici) chiedendo un'indagine.

La decisione finale da parte dell'agenzia riguardo la pericolosità dell'elettroshock viene procrastinata da 5 anni, e nel frattempo centinaia di migliaia di persone vengono sottoposte a questo "trattamento" ogni anno: 460 volt di elettricità che bruciacchiano il cervello, causando danni cerebrali e grave perdita di memoria.

Molti credono che in Italia questa tecnica sia fuori uso, ma non è così: un indagine del 2013 condotta da una Commissione del Senato rivelò decine di centri attivi. (Vedi pagina elettroshock)

In anni recenti questa tecnica è stata eufemisticamente ribattezzata Terapia Elettro Convulsivante (TEC) ma le uniche differenze rispetto all'elettroshock sono l'uso di farmaci anestetici e miorilassanti: la scossa non cambia. L'energia rilasciata nel cervello da una seduta di TEC è pari al pugno di un peso massimo (e anche gli effetti: intontimento, perdita di memoria ecc.).

Non conosciamo gente a cui piacerebbe ricevere un pugno da Mike Tyson (anche sotto anestesia): per questo preferiamo evitare eufemismi e dire pane al pane e vino al vino, chiamandolo elettroshock.

Nella sua lettera, Jan Eastgate - Presidente del CCHR, che aveva testimoniato nel 2011 di fronte al Comitato FDA per i dispositivi neurologici - mette in guardia il Garante ricordandogli il contenuto di questa sua testimonianza. A quei tempi la FDA doveva prendere una decisione circa la richiesta di declassificare il dispositivo per elettroshock da Classe III (la categoria di massimo rischio) a Classe II (rischio inferiore).

Se questa declassificazione fosse stata approvata, avrebbe permesso un vero e proprio boom di scosse, anche a bambini.

Siccome il dispositivo era già in uso prima della legge del 1976 sui dispositivi medicali, ha continuato a essere usato anche in assenza di test clinici che ne dimostrassero l'efficacia e la non pericolosità.
In pratica, dal 1976, milioni di persone hanno fatto da cavia per un dispositivo medico mai testato né approvato.

Nonostante il Comitato Consultivo FDA abbia raccomandato di mantenere la classificazione di maggior rischio, e l'80% dei pazienti intervistati abbiano richiesto maggiori controlli o, addirittura, il divieto, a oggi non è stata presa alcuna decisione finale. Nel novembre del 2011 la FDA promise al Senato una risposta sul dispositivo per elettroshock entro il 2012 ma, ancora, la cosa si concluse con un niente di fatto.

La FDA, prosegue Jan Eastgate, ha ripetutamente mancato di ottemperare ai suoi obblighi. Ha ignorato le richieste da parte del parlamento USA (dapprima nel 1990, poi reiterata nel 2009) di conformarsi alla direttiva del 1976 e sottoporre il dispositivo a severi test clinici; e poi mancato di rispettare la scadenza del 2012. Invece di sottoporre i risultati di test clinici, la FDA si è più volte limitata a proporre delle raccomandazioni scritte da psichiatri che erano sul libro paga di due produttori di dispositivi per elettroshock, in palese conflitto d'interessi.

Ricordando come in Australia Occidentale sia stata approvata una legge che vieta l'ECT sui minori di 14 anni, e in Sicilia si sia arrivati a un divieto tout court, Jan Eastgate ha chiesto al Garante di obbligare la FDA a sottoporre degli studi clinici seri, non contaminati da conflitti d'interesse.

"Quando qualcuno riceve shock elettrici di uguale entità, - conclude la lettera - deve immediatamente chiamare l'ambulanza, ma gli psichiatri sono autorizzati a somministrare queste scosse. La FDA dovrebbe proteggere i cittadini e rimuovere la macchina per elettroshock dall'elenco di dispositivi medici approvati".

Articolo originale: http://www.cchrint.org/2015/07/27/cchr-demands-fda-ombudsman-act-on-electroshock-device/

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