Partita la raccolta firme per due iniziative di riforma della psichiatria
Le proposte:
- Proposta di legge d’iniziativa popolare per adeguare il Trattamento Sanitario Obbligatorio alle direttive dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani.
- Proposta di legge d’iniziativa popolare per la riforma dell’amministrazione di sostegno, per porre fine agli abusi come quello subito da Carlo Gilardi, il professore di Lecco e da tanti altri.
Le autorità internazionali ci impongono di riformare la psichiatria in direzione dei diritti umani. La Corte di Cassazione ha recentemente emesso due ordinanze, rispettivamente per l’amministrazione di sostegno e per il trattamento sanitario obbligatorio, che vanno nella direzione richiesta dall’ONU e dalla Convenzione per i Diritti delle Persone con Disabilità.
Le associazioni psichiatriche, come già nel 1978, stanno presentando proposte di ‘riforma’ che in realtà non cambiano niente oppure cambiano in peggio. Le uniche proposte di riforma che vanno per davvero nella direzione richiesta dalla Cassazione e dall’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani sono quelle presentate dall’Associazione Radicale Diritti alla Follia. Il CCDU le condivide e le sostiene (tra l’altro, il CCHR ha contribuito alla definizione delle linee guida ONU).
Per la prima volta nella storia, è possibile firmare online. Attenzione: non si tratta delle solite ‘petizioni’ che circolano online (prive di valore legale) ma di firma digitale fatta su un portale governativo con valore legale (come se fosse firmata manualmente in comune o davanti a un notaio).
Per firmare occorre avere una CNS (Carta Nazionale dei Servizi con relativo lettore) oppure uno SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) oppure una CIE (Carta d’Identità Elettronica). I funzionari ministeriali possono accedere anche tramite ADN (Active Directory Nazionale). Possono firmare i cittadini italiani iscritti alle liste elettorali.
Invitiamo tutti i nostri amici a firmare e diffondere questo messaggio con un passaparola massiccio ad amici e conoscenti su tutte le linee di comunicazione.
Per sostenere le proposte di riforma, clicca qui.