Il pregiudizio psichiatrico ritorna in libreria!
Opera di Antonucci riportata in vita: ristampato il libro che forse più di altri può essere chiamato il suo ‘manifesto’, con prefazione di Thomas Szasz. Disponibile in libreria e online.
All’inizio del mese avevamo annunciato la ristampa di un fondamentale libro di Giorgio Antonucci: “Il pregiudizio psichiatrico”. Dopo averne ottenuto (e divorato) una copia, siamo ancora più entusiasti.
Dalla prefazione di Thomas Szasz, ai capitoli sui contatti di Antonucci con la realtà manicomiale in Friuli e in Emilia Romagna, dalla minuziosa riproduzione di alcune cartelle cliniche al resoconto del famoso “Esperimento di Rosenhan” (*), e fino ai capitoli finali, questo bel libro ci fa comprendere la vera essenza dell’abuso psichiatrico, che non risiede negli strumenti con cui si manifesta (pillole, camicie di forza, letti di contenzione ecc.) ma nel pregiudizio secondo cui la natura del cosiddetto paziente psichiatrico ha qualcosa di non umano, qualcosa cui un professionista esterno deve porre rimedio - con le buone o, più spesso, con le cattive:
“La realtà manicomiale, che si può toccare con mano, perché fatta di pareti e di costrizione fisica, è ben poca cosa di fronte alla diffusione del concetto stesso di manicomialità, che si fonda esclusivamente sulla persistenza del giudizio psichiatrico. A poco serve attaccare l’istituto del manicomio se non si sferra un attacco radicale al giudizio psichiatrico che ne è alla base, mostrandone l’insussistenza scientifica. Finché non sarà abilito il giudizio psichiatrico, la realtà della segregazione continuerà a svilupparsi dentro e fuori le mura dei manicomi.”
Nella prefazione, Thomas Szasz sottolinea la comunanza di vedute e sentimenti, riscontrata nel corso del loro incontro a Firenze nel 1985, e il giudizio condiviso sul concetto stesso di “malattia mentale”, il vero fondamento da cui originano tutti le violazioni dei diritti umani; per concludere:
“La psichiatria italiana è stata incommensurabilmente arricchita da Giorgio Antonucci. Si può ritenerlo un buon psichiatra (qualunque sia il significato del termine): ed è vero. O si può ritenerlo un buon antipsichiatra (qualunque sia il significato del termine): ed è altrettanto vero. Io preferisco ritenerlo una persona come si deve, che pone il rispetto per il cosiddetto malato mentale al di sopra del rispetto per la professione. Per questo gli rendo il mio personale tributo.”
“Il pregiudizio psichiatrico” stimola a superare ombre e pregiudizi che ancora sopravvivono nelle nostre menti, ed è uno strumento indispensabile per chi desideri cambiare le cose. A casa o sotto l’ombrellone, da non perdere.