Violenze inspiegabili e psicofarmaci: dov’è la verità?
"Così ho ucciso per profitto" – libro shock scritto da un ex manager di Big Pharma - getta una luce sinistra sulle violenze inspiegabili e imprevedibili
È di poche settimane la notizia dell'aumento di suicidi e omicidi tra i veterani dell'esercito USA in trattamento psicofarmacologico per il cosiddetto DSTP (Disturbo da Stress Post Traumatico). Ogni volta gli stessi commenti da parte di parenti e amici: era un bravo ragazzo, nessuno se lo sarebbe aspettato.
Il Colonnello Bart Billings, dell’Esercito degli USA, ha gestito il progetto DSPT per i Veterani di ritorno dalla guerra. Secondo lui, i farmaci psicotropi sono stati un tale triste fallimento, e causa di tanti suicidi da parte di uomini e donne in servizio, da fare meritare la corte marziale ai medici militari che li hanno prescritti.
In maniera simile, dietro alle inspiegabili sparatorie che di tanto in tanto insanguinano le scuole USA – è ormai assodato – c'è uno psicofarmaco il cui bugiardino mette in guardia contro i rischi di pensieri e comportamenti suicidi e omicidi. Come nel caso di i Jose Reyes - il dodicenne autore della sparatoria in una scuola del Nevada: è recente l'ammissione, da parte degli investigatori, circa l'uso di psicofarmaci da parte del killer. Casi simili sono all'ordine del giorno anche nel nostro Paese, con decine di casi documentati di violenza omicida e suicida legata all'uso di psicofarmaci.
Verrebbe da chiedersi perché, nonostante la scia di sangue che si lasciano dietro, questi farmaci vengano prescritti con tanta leggerezza. Effetti collaterali: morte, il libro di John Virapen (ex manager di Eli Lilly) pubblicato da Chinaski Edizioni, ex manager pentito della Eli Lilly & Company, getta una luce sinistra su questi fatti.
Scrive Virapen:
Indirettamente ho contribuito alla morte di tante persone, i loro fantasmi oggi mi perseguitano.
Secondo lui, per la multinazionale del farmaco che ha prodotto e distribuito il Prozac, bugie, sperimentazioni spregiudicate e corruzione sono il mix micidiale utilizzato per imporre sul mercato i propri prodotti, realizzando profitti miliardari, anche se «distruggono la salute delle persone, addirittura dei bambini».
Virapen ha lavorato con il Prozac (Fluoxetina), predecessore dello Strattera. È un farmaco psicotropo, che – secondo l’autore – può rendere aggressivi o stanchi di vivere nel giro di poche settimane: effetti collaterali devastanti, che dovrebbero portare al ritiro immediato del farmaco: invece viene prescritto sempre di più ai bambini, «il nuovo segmento del mercato».
Virapen spiega come sia possibile tutto questo, quali siano i meccanismi dell’industria farmaceutica e la sua penetrazione nel mercato. Virapen non si discolpa, racconta come ha corrotto funzionari di vari Paesi perché autorizzassero la commercializzazione di farmaci che avrebbero causato gravi danni alle persone.
Corrompere le autorità diventò parte delle mie tristi incombenze. Uno di questi casi in particolare si rivelò il fiore all’occhiello della mia carriera e portò a delle conseguenze ben precise. […] Ho compiuto un gesto criminale. Sono stato costretto a corrompere il funzionario per ottenere l’approvazione del farmaco, anche se sapevo che il farmaco avrebbe causato danni alla gente.
Nel libro si spiega come le grandi case farmaceutiche spendano circa 35-40 mila dollari l’anno per ciascun medico in attività per convincerlo a prescrivere i loro prodotti, e come scienziati e psichiatri qualificati vengano corrotti con viaggi, regali costosi, soldi o sesso per esprimere un parere favorevole: il 75 per cento dei maggiori scienziati in campo medico sono a libro paga dell’industria farmaceutica. Addirittura Big Pharma inventa malattie – come l’ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività) per i bambini – al fine di commercializzare i propri prodotti.
Quanto descritto nel libro è risaputo – sostiene Silvio De Fanti Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus. Purtroppo non ci scandalizziamo più. Ma di fronte alle migliaia di morti e tragedie riconducibili più o meno direttamente agli psicofarmaci è giunta l’ora di fare luce su queste sostanze. Il problema è l’enorme conflitto di interessi in seno al sistema stesso – continua De Fanti: gli psichiatri che dovrebbero assicurare la qualità di questi farmaci percepiscono a vario titolo ingenti somme da Big Pharma.
Negli USA, l'agenzia di vigilanza farmacologica FDA (Food and Drug Administration) obbliga i produttori di molti antidepressivi e antipsicotici ad apporre dei comunicati ben visibili sulle confezioni dei loro farmaci (i cosiddetti 'black box' – simili a quelli riportati sui pacchetti di sigarette) con l'elenco degli effetti collaterali più importanti: suicidio, comportamento violento, mania, psicosi ecc.
Diversi studi hanno evidenziato la realtà di questo pericolo. Si vedano ad esempio due articoli:
- “Emergence of intense suicidal preoccupation during fluoxetine treatment”, dell’American Journal of Psychiatry, in cui si evidenzia come l’assunzione di SSRI possa indurre pensieri e tentativi suicidari anche in coloro che prima non ne avevano, pensieri che spariscono con la sospensione della terapia.
- “Emergence of self destructive phenomena in children and adolescent during fluoxetine treatment” pubblicato dal “Journal of the American Accademy of Child and Adolescent Psychiatry
Negli USA dove, a differenza che da noi, questi dati vengono spesso resi noti, è noto come la stragrande maggioranza degli atti di violenza insensata (stragi scolastiche, familiari ecc.) siano perpetrati da persone in cura con psicofarmaci. La conseguenza: centinaia di morti e feriti.
Med Watch – il sistema usato da FDA per monitorare gli effetti collaterali dei farmaci – comunica di avere ricevuto tra il 2004 e il 2011, quasi 13 mila rapporti concernenti il legame tra psicofarmaci e violenza. Tra questi, milleduecento casi di pensieri omicidi/suicidi, quasi tremila casi di mania e oltre settemila di aggressione. E questi numeri – la stessa FDA ammette – probabilmente rappresentano solo l'uno percento dei casi: la maggioranza dei pazienti omette di comunicare gli effetti collaterali dei farmaci che assume.
In base alle più recenti ricerche, gli effetti descritti si manifesterebbero in una percentuale di pazienti che assumono SSRI che può variare dal 1,3 al 7,5%. Da allora molti altri studi hanno confermato quanto sopra e pericoli similari sono stati identificati anche a seguito dell’assunzione di antipsicotici.
Di solito si spiega che la causa scatenante sono state le condizioni psichiche di coloro che hanno compiuto il gesto, ma in questo modo si perdono di vista alcuni importanti fattori che accompagnano questi comportamenti: l'assunzione di farmaci che agiscono particolarmente sul sistema nervoso.
Forniamo qui un elenco – molto incompleto – di casi di violenza occorsi in Italia, di cui sia stata accertata l'influenza psicofarmacologica.
Lo Stato e le istituzioni e anche la stampa dovrebbero reagire con maggiore vigore e determinazione per la salute di tutti noi e per fermare questa strage:
- Genova, un prete di 42 anni si è suicidato, trovato il cadavere in mare a Livorno. Era in cura psichiatrica.
- Pesaro, una donna di 46 anni, uccide il marito a calci. Lei era in cura per depressione da diverso tempo a Pesaro.
- Bari, un 44enne, uccide con 28 coltellate una psichiatra nel centro di salute mentale dove era in cura da diverso tempo.
- Genova, un uomo di 50 anni, si suicida nel suo ufficio, recentemente gli erano stati prescritti degli psicofarmaci“.
- Salerno, un uomo di 45 anni, uccide e fa a pezzi la madre, aveva ricevuto diversi trattamenti psichiatrici.
- Nicolosi (CT), un uomo di 25 anni, strangola e seppellisce la madre, era in trattamento con psicofarmaci.
- Perugia, un uomo di 43 anni, spara ed uccide due donne della Regione Umbria e si suicida, era in cura psichiatrica.
- Casapulla (CE), un ragazzo di 25 anni speaker radiofonico, si toglie la vita, era in cura per depressione.
- San Benedetto del Tronto (AP), un uomo scappa dal reparto di psichiatria dove era ricoverato da alcuni giorni e torna a casa a picchiare i genitori.
- Ragusa, un medico di 65 anni, ha tentato il suicidio. Da qualche tempo era in cura psichiatrica.
- Carinaro (CE), una donna di 33 anni, si uccide gettandosi dalla finestra, da tempo soffriva di disturbi psichici.
- Seregno (MB), una donna di 58 anni, uccide la pensionata che accudiva. La donna omicida assumeva psicofarmaci.
- Bologna, una donna di 36 anni, tenta di suicidarsi ferendosi gravemente a causa dello scoppio della bombola del gas, era stata recentemente in cura psichiatrica.
- Crescenzago (MI), un uomo di 65 anni, uccide la moglie a coltellate e poi si suicida. Era in cura psichiatrica presso Ville Turro a Milano e assumeva psicofarmaci.
- Migliarina, fraz. di Carpi (MO), un uomo di 51 anni si toglie la vita. Era in cura presso il servizio di Igiene mentale della ASL.
- Soverato (CZ), un avvocato di 58 anni si è suicidato gettandosi nelle acque antistanti un lido a Soverato, era in cura per depressione.
- Mesagne (BR), un uomo di 74 anni, uccide la moglie. L’uomo era in cura psichiatrica da tempo.
- Vimodrone (MI), un uomo di 64 anni di Brugherio (MI), si suicida gettandosi sotto il treno della metropolitana. Era in cura psichiatrica da tempo.
- Rovereto (TN), un uomo di 35 anni, uccide il sacrestano della chiesa. Era in cura psichiatrica da tempo.
- Mondovì (CN), un uomo di 58 anni, si da fuoco e muore. Si era rivolto in più di un'occasione al Centro di igiene mentale di Mondovì.
- Maniago (PN) Un uomo di 40 anni ha ucciso la madre a coltellate e poi si è seduto, in attesa di essere arrestato. Era stato in cura un anno prima presso DSM.
- Siracusa, un 21enne si toglie la vita nella comunità psichiatrica dove era giunto il giorno prima dopo essere stato ricoverato per due anni e mezzo nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Siracusa, dove era trattato con psicofarmaci.