L'ultima trovata psichiatrica: basta prendere un po' di ecstasy e tutto andrà bene

Effetti collaterali psicofarmaci

Nonostante i ben documentati effetti dannosi (a volte mortali), uno psichiatra della California ha ottenuto la benedizione del governo per valutare l'uso di ecstasy "la droga dei party" per il "trattamento" di ansia e depressione. Non stiamo scherzando. Il dottor Philip Wolfson sostiene che l'uso di ecstasy può essere "un potente trasformatore", per rendere possibile "una psicoterapia profonda, significativa ed efficace".

Paradossalmente, la stessa Drug Enforcement Administration (DEA) che ha approvato l'uso sperimentale di ecstasy, la include nell'elenco delle droghe in Tabella I - quelle con il più alto potenziale di rischio e abuso e prive di uso terapeutico.

Secondo questa scheda, l'ecstasy (nome scientifico MDMA o 3,4-metilendiossimetamfetamina) "agisce come stimolante e psichedelico, producendo ... distorsioni del tempo e della percezione."
La stessa DEA, in un altro documento rincara la dose: "... confusione, ansia, depressione, paranoia, problemi di sonno, e desiderio di droga che può durare settimane dopo l'ingestione."

E non è tutto. Secondo l'agenzia USA per le droghe "ecstasy produce sia stimolazione anfetaminica che allucinazioni tipo-mescalina ed ... è paradossale come una sostanza che dovrebbe aumentare il piacere possa invece causare danni, riducendo nella persona la capacità di provare piacere."

La Dottoressa Nora Volkow, direttrice del National Institute on Drug Abuse (NIDA) è d'accordo: "La MDMA non è una novità per la comunità scientifica - molti laboratori hanno iniziato a studiare il farmaco dal 1980,e il quadro che emerge dai loro sforzi è tutt'altro che benigno."Prosegue Volkow: MDMA può provocare "un pericoloso aumento della temperatura corporea, con possibilità d'insufficienza renale, aumento di frequenza cardiaca e pressione sanguigna, danneggiare la parete del cuore e recare danni specifici al cervello."

Come è tipico della "ricerca" psichiatrica, durante lo studio non sarà eseguito alcun test scientifico (risonanza, TAC, raggi X, esame del sangue o delle urine).
Piuttosto, i risultati saranno basati sulle osservazioni "di una coppia di terapeuti."

Come in tutti i casi in cui il risultato di uno studio non è basato su misurazioni oggettive ma su valutazioni soggettive, il suo risultato è probabilmente già scritto.

Le considerazioni pre-studio di Wolfson & compagni lasciano infatti poco spazio al dubbio: il "trattamento" con ecstasy viene descritto come rose e fiori. "La MDMA", dice Andries, " aiuta a sperimentare stupore, e riduce ansia e depressione." "Successivamente sarà quindi possibile tenere vivo quel ricordo di sentirsi vitale, energetico, felice e pieno di stupore.".

Davvero fico, ma questi sentimenti non sono sostenuti dalla scienza. Secondo le informazioni fornite da DEA, NIMH e NIDA, l'effetto dell'ecstasy sugli utenti è tutt'altro che "fantastico".

Ed è interessante notare come il team di ricercatori non menzioni affatto il lato oscuro dell'ecstasy: sentimenti negativi, paranoia, confusione e allucinazioni. Cosa succede al povero paziente? Sarà in grado di "mantenere vivi" anche questi ricordi?

Di Kelly Patricia O'Meara
Fonte articolo: http://www.cchrint.org/2015/05/28/psychiatryecstacycampaign/

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