Un tributo a Thomas Szasz - co-fondatore del CCHR
Omaggio a Thomas Szasz – paladino della libertà e co-fondatore del CCHR – nel secondo anniversario dalla sua scomparsa
L'otto settembre di due anni fa Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria, paladino delle libertà, premiato autore di decine di libri e saggi di critica alla violenza psichiatrica e co-fondatore del CCHR, ci ha lasciato. Rimane l'enorme retaggio culturale che ci ha lasciato e resta vivo il suo messaggio di libertà.
Per onorarlo e ricordarlo, pubblichiamo il suo Manifesto – uno scritto mai ufficialmente stato tradotto in italiano – che rappresenta un po' il riassunto del suo pensiero.
Szasz ha praticato la psicanalisi – una disciplina in cui una persona, di sua spontanea volontà, decide di conversare con un'altra, senza coercizione né uso di farmaci.
In un manifesto pubblicato nel 1998 Thomas Szasz ha indicato quale debba essere la via da seguire:
- Mito della malattia mentale La malattia mentale è una metafora (malattia metaforica).
La parola "malattia" denota un processo biologico dimostrabile che influenza i corpi di organismi viventi (piante, animali e umani). Il termine "malattia mentale" si riferisce a pensieri, sentimenti e comportamenti umani indesiderati…
Classificare il (cattivo) comportamento come malattia fornisce una giustificazione ideologica per il controllo sociale da parte dello stato sotto forma di trattamento sanitario. -
Separazione di psichiatria e stato . Se riconosciamo che la malattia mentale è una metafora per pensieri, sentimenti e comportamenti disapprovati, siamo obbligati a riconoscere come il compito primario della psichiatria consiste nel controllare pensieri, sentimenti e comportamenti.
Quindi, come lo Stato è separato dalla Chiesa, anche Stato e Psichiatria devono essere separati da un "muro"…
Il ruolo dello psichiatra e dell'esperto in salute mentale per quanto riguarda la legge, il sistema scolastico e altre organizzazioni dovrebbe essere simile al ruolo dei rappresentanti del clero nelle stesse istituzioni.
- Presunzione di competenza . Siccome l'essere accusato di malattia mentale equivale ad essere accusati di un crimine, dobbiamo presumere che l'accusato psichiatrico sia mentalmente competente, proprio come si presume l'innocenza di un imputato.
Le persone accusate di offese penali, civili o interpersonali non dovrebbero mai essere trattate come incompetenti solo in base all'opinione di un esperto di salute mentale.
L'incompetenza dovrebbe essere determinata da un giudice, e l'imputato dovrebbe avere il diritto di nominare un suo rappresentante legale e di essere processato da una giuria.
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Abolizione del trattamento sanitario obbligatorio . Il trattamento sanitario obbligatorio è imprigionamento mascherato da cura medica; una forma nascosta di controllo sociale che sovverte il ruolo della legge. Nessuno dovrebbe essere privato della libertà se non per reati penali., in seguito a un processo e al giudizio di una giuria in base a prove.
Nessuno dovrebbe essere detenuto contro la sua volontà in un edificio chiamato "ospedale", o in qualsiasi altra istituzione medica in base al parere di un esperto.
- Abolizione della difesa per incapacità d'intendere e volere . Il concetto legale di insania implica che una persona incapace d'intendere e di volere non possa essere ritenuta responsabile di un atto criminale. L'opinione di "esperti" in merito allo stato mentale di un imputato dovrebbe essere inammissibile, esattamente come l'opinione di un esperto circa il suo "stato religioso".
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Nel 1798 gli americani dovettero affrontare il problema di abolire la schiavitù, in maniera pacifica e senza violare i diritti degli altri. Si rifiutarono di compiere quel lavoro, e stiamo ancora pagando le conseguenze di questo rifiuto. Nel 1998 noi americani dobbiamo affrontare il compito di abolire la schiavitù psichiatrica, in maniera pacifica e senza violare i diritti degli altri.
Accettiamo questo compito e c'impegnamo a lavorare per il suo conseguimento. Come altri americani prima di noi hanno sostituito la servitù involontaria (schiavitù) con rapporti di lavoro regolati da contratti tra impiegato e datore di lavoro, noi vogliamo sostituire la psichiatria involontaria (schiavitù psichiatrica) con un rapporto contrattuale tra prestatori di cure e clienti.
Questi sei punti indicati da Szasz sono il faro che guida le nostre azioni e traccia il percorso di ciò che deve essere fatto:
- TSO e contenzione costituiscono sequestro di persona.
- Se la malattia mentale – come le metafore – non è una vera malattia, allora la psichiatria non ha nulla a che fare con la medicina e non dovrebbe essere insegnata nelle facoltà di medicina, né praticata negli ospedali o pagata dal servizio sanitario nazionale Qualsiasi pratica pseudomedica (psicochirurgia, elettroshock, somministrazione di farmaci ecc.) costituirebbe abuso.
- Nessuno psichiatra può comparire come esperto in un tribunale e decidere se Tizio sia o meno capace d'intendere o di volere, o se Caio debba essere curato anziché incarcerato, o se infine, in base al profilo mentale di Sempronio (non, cioè, in base a prove inconfutabili), gli si debba vietare di vedere i suoi figli.
- Se psichiatria e stato, al pari di religione e stato, sono separati da un muro, risulta impossibile prevedere finanziamenti statali per la pratica o la ricerca psichiatrica. Chi desiderasse cure psichiatriche tramite un libero "rapporto contrattuale tra prestatori di cure e clienti" lo dovrebbe fare a spese proprie o sottoscrivere un'assicurazione privata. In maniera simile, il servizio sanitario nazionale non prevede rimborsi al parroco per ogni prestazione religiosa.
- Un'altra conseguenza di questo "muro" sarebbe l'impossibilità di screening nelle scuole con test psichiatrici atti a rivelare bambini potenzialmente "ADHD".
Cambiamenti di una tale portata, secondo noi, assomiglierebbero più a una cancellazione che una riforma. A Szasz, crediamo, l'idea di riformare la psichiatria sarebbe sembrata bizzarra quanto quella di riformare l'inquisizione, o instaurare una schiavitù dal volto umano. In questa intervista video, il diretto interessato descrive il suo punto di vista "abolizionista" in maniera inequivocabile.
Per questo sostengo il CCHR come la sola organizzazione abolizionista, il termine da me usato per quasi 50 anni, ciò che serve è di abolire la psichiatria perché ciò che abbiamo è schiavitù psichiatrica.
Thomas Szasz, Professore Emerito di Psichiatria, co-fondatore del CCHR
Video tributo: https://youtu.be/pin1p0HU9fk