Soffre lontano dalla mamma: ma nessuno lo ascolta
Nonostante le lettere dell’avvocato, i servizi non hanno chiamato la mamma per fare quanto disposto dal Tribunale. Intanto il bambino soffre lontano dalla mamma: forse pensa di essere stato abbandonato
Ancona. Si è conclusa ieri con un nulla di fatto l’udienza presso il Tribunale dei minorenni di Ancona sul caso di una mamma cui è stato tolto il figlio nel lontano 2015, quando aveva solo 4 anni. Nell'ultimo Decreto, il Tribunale aveva chiesto ai Servizi Sociali di sostenere la mamma al fine di favorire il ripristino del rapporto figlio-madre, ma il decreto non è stato eseguito.
In seguito al mancato adempimento del Decreto, nell'udienza i Servizi Sociali avrebbero cercato di giustificarsi sostenendo che la responsabilità ricadeva in seno alla mamma. In realtà la mamma, tramite lo studio legale dell’avvocato Francesco Miraglia del foro di Roma, ha chiesto a più riprese un incontro per circa 3 mesi. I Servizi Sociali si sarebbero mostrati sordi e noncuranti alle richieste ricevute dalla mamma.
Le PEC inviate dall’avvocato sono state consegnate al Giudice.
Secondo l’avvocato Francesco Miraglia:
“Sembra incredibile che a decidere la vita dei nostri bambini e delle nostre famiglie siano, come nel caso specifico, assistenti sociali e servizio sociale; e che addirittura non rispettino neanche una decisione dell’autorità giudiziaria.
Come è possibile tutto questo?
Come è possibile che l’autorità giudiziaria competente non intervenga a tutela dei minori, come è possibile che un servizio sociale si senta al di sopra della legge?
Spero che chi di dovere intervenga immediatamente.”
“Non comprendiamo il comportamento dei servizi sociali nei confronti di questa famiglia.”
Denuncia Fabio Lucentini, referente locale del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU Onlus). Che continua:
“Secondo la legge, il minore ha diritto a essere educato e crescere nell'ambito della propria famiglia. Fatta eccezione per casi particolarmente gravi, come maltrattamenti e abusi sessuali, si dovrebbe favorire la rimozione di qualsiasi ostacolo e garantire la continuità dei rapporti familiari a tutela del minore stesso.
Assistiamo sempre più spesso, invece, alla tragedia di minori sottratti alle loro famiglie per motivi futili, sulla base di valutazioni riconducibili alla cultura psichiatrica che identificherebbero i genitori come ‘inadatti’.
Queste valutazioni non sono sostenute da alcun test oggettivo e ripetibile, ma vengono spesso prese troppo sul serio, trascurando del tutto l’aspetto umano e, come ebbe modo di dire l’attore e autore premio Nobel Dario Fo, ‘trattare i bambini come fascicoli’.
In Italia, meno del venti percento delle sottrazioni di minori dalle loro famiglie è motivata da gravi problemi, alimentando nell'opinione pubblica il sospetto che dietro a queste palesi violazioni dei diritti umani ci sia il business delle case famiglia.
Ci attiveremo in tutte le sedi appropriate per sanare questa situazione.”