Reparti di psichiatria dopo l'anno 2000
Ciò che non si vede dietro le porte chiuse
Un operatore del settore riporta di due reparti psichiatrici:
"Verso le 22:00 suona la campanella di un ricoverato che vuole la padella non avendo ricevuto risposta si è bagnato ed è rimasto così fino alle 8:00 della mattina.
L'infermiere stava dormendo.
Quello stesso infermiere spesse volte ho visto che terrorizzava i pazienti per non essere disturbato, mentre doveva guardare la partita o il moto mondiale.
Anche un'altra infermiera dormiva durante il turno di notte non rispondendo alle campanelle che suonavano dei pazienti".
Di un paziente che aveva appena ricevuto una lavanda gastrica e altri trattamenti, dopo aver tentato il suicidio, l'operatore racconta:
"Veniva lasciato solo tutta la notte, nonostante sulla cartella ci fosse la richiesta di costante monitoraggio, mentre l'infermiera dormiva".
W.B. una paziente laureata, racconta che dal 2000 che è iniziato il suo calvario, è passata da una prescrizione e assunzione di psicofarmaci che le causavano: "Tristezza profonda, confusione mentale, come una nube tossica".
Successivamente ricoverata in una clinica:
"Mi avevano detto che mi avrebbero tenuta per 10 giorni, invece mi hanno trattenuta per 3 mesi.
Ero intollerante agli psicofarmaci, li hanno provati tutti, non ho avuto altro che peggioramenti, con i miei problemi personali triplicati.
Uscita da lì la mia vita non era più la stessa, ero come assente, tutto aveva perso senso, mi sentivo degradata, sporca.
Di un successivo ricovero racconta:
"Mi trattavano come una bambina stupida, mi davano uno psicofarmaco dicendomi 'così non pensi più'.
Mi sentivo una deficiente.
Mi davano altri psicofarmaci che mi facevano stare male, sono aumentata di 37 kg, con problemi fisici e mentali vari, atteggiamenti psicotici e follia causati da questi psicofarmaci.
Non ero ascoltata quando dicevo che ero allergica a determinati psicofarmaci.
Ero diventata un mostro a causa delle trasformazioni fisiche: capillari che mi si rompevano, bocca storta."
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus da anni si sta battendo affinché queste realtà vengano alla luce e mostrino il vero volto del campo della salute mentale e le istituzioni e la legge si rendano più attive nel salvaguardare i diritti umani.
Il Codice di Deontologia Medica recita ai seguenti articoli:
- Art. 3 "Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della dignità della persona umana...".
- Art. 18 "I trattamenti che incidono sulla integrità e sulla resistenza psico-fisica del malato possono essere attuati, previo accertamento delle necessità terapeutiche, e solo al fine di procurare un concreto beneficio clinico al malato o di alleviarne le sofferenze".
- Art. 20 - Rispetto dei diritti della persona - "Il medico deve improntare la propria attività professionale al rispetto dei diritti fondamentali della Persona".
- CAPO IV - Art. 30 "Il medico deve fornire al paziente la più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi, sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate. ....".