Portogruaro: Bambini allo sbaraglio, Bambini bersaglio
Venerdì 7 febbraio presso la sala consiliare del comune di portogruaro si è tenuta un'altra edizione del convegno “Bambini allo sbaraglio, bambini bersaglio”.
A presentare la serata di fronte ad una sala gremita, Fabiola Pasin referente pordenonese del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus, che ha introdotto il Vice Sindaco Dott. Luigi Toffolo per fare gli onori di casa dando così il benvenuto nel bellissimo edificio descritto come la dimora dei cittadini di Portogruaro.
A seguire il consigliere presso il comune di Jesolo Lucas Pavanetto ha ricordato di aver già collaborato in passato con il CCDU ed espresso il suo interesse nell’argomento del convegno e la volontà in quanto rappresentante delle istituzioni, cittadino e padre di famiglia di contribuire alla promozione di eventi come questo proposto a Portogruaro.
Il responsabile dell’area protezione minori del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, Paolo Roat, ha presentato al pubblico il quadro di una problematica denunciata già ben prima del caso “Angeli e Demoni” a Bibbiano, di cui l’opinione pubblica era all’oscuro oppure non credeva fosse possibile.
Per dare speranza su una problematica così difficile Paolo Roat ha introdotto due mamme ed un papà che hanno raccontato le storie dei propri figli, il dramma delle loro esperienze, ma dalle quali poi sono usciti vincitori riuscendo a sconfiggere un sistema che può davvero rovinare famiglie intere.
A spiegare il sistema che sta dietro agli affidi illeciti, la Prof.ssa Vincenza Palmieri psicologa forense, Fondatore del programma “Vivere senza psicofarmaci” e Consulente Tecnico di Parte.
La Prof.ssa Palmieri ha illuminato il pubblico sulla drammatica situazione dei bambini in Italia infatti, da un dato fornito dal Garante dell’Infanzia, con circa 500.000 minori affidati ai servizi sociali, e come se non bastasse la situazione drammatica vissuta dalle loro famiglie, la prof.ssa Palmieri ha spiegato come attraverso valutazioni esperite nell’ambito di quella che definisce "filiera diagnostica psichiatrica", anche i familiari di questi bambini finisco all’interno del sistema giungendo così a 3.500.000 persone coinvolte in questo fenomeno.
Ma questo non è ciò di cui hanno bisogno le famiglie; le famiglie vanno supportate da professionisti che sono in grado di aiutarli a risolvere le loro problematiche, come ad esempio un pedagogista familiare, un esperto della famiglia, un traduttore di bisogni che utilizzi un approccio multidisciplinare.
A conclusione la Prof.ssa ha sottolineato come questi convegni sono momenti di cultura da cui uscire più arricchiti e più forti così da poter tutelare le proprie famiglie e cambiare il sistema culturale che per primo crea il “fenomeno”.
Alla fine della serata è stato proiettato un video con immagini di convegni e manifestazioni spontanee di cittadini, a dimostrazione del cambiamento culturale ottenuto. Ora le famiglie non hanno più paura, chiedono aiuto vero. l'Italia s'è desta.
Molti partecipanti al convegno hanno ringraziato i relatori delle informazioni ricevute durante la serata, che ha creato interesse ma soprattutto la certezza che l’impegno sociale è vitale insieme ad un proficuo lavoro istituzionale. Ancora una volta la rete è stata la parola chiave declinata da più parti per continuare insieme sempre (più) forti!