Sparatoria a Fort Hood – Un altro massacro collegato agli antidepressivi
Con la tragica sparatoria di Fort Hood, che ha causato la morte di tre soldati, il ferimento di 16 persone e si è conclusa col suicidio del killer, si allunga la catena di episodi di violenza di massa collegata all'uso di antidepressivi o altri psicofarmaci.
Secondo il CCHR - associazione USA collegata al CCDU - questo incidente, come gli altri che lo precedono, è un campanello d'allarme sui pericoli di antidepressivi, antipsicotici e ansiolitici: l'insieme di queste tre categorie di psicofarmaci ha collezionato finora ben 22 avvisi, da parte di varie agenzie di vigilanza del farmaco a livello internazionale, perché causano comportamento violento e persino omicida.
Secondo quanto riportato dal New York Times, Ivan Lopez, il killer di Fort Hood, era in cura con un mix di Ambien (un sonnifero) e altri farmaci ansiolitici e antidepressivi; e 'uso di questi ultimi è stato confermato anche da CNN. In maniera tragicamente simile, Aaron Alexis, il killer che lo scorso settembre aveva ucciso 12 persone alla Base Navale di Washington prima di essere a sua volta colpito dalla polizia, era in cura con l'antidepressivo Trazadone.
Queste sparatorie in ambiente militare riportano alla memoria i tanti episodi simili avvenuti in varie scuole americane: secondo molte fonti, il 90% dei killer assumeva antidepressivi. Preoccupato per gli effetti causati dagli psicofarmaci sui soldati USA, il parlamentare Jeff Miller, Presidente della Commissione sui Veterani di Guerra alla Camera, ha riferito a una stazione radio di Washington: "uno dei farmaci che il soldato Alexis assumeva effettivamente può causare effetti negativi potenzialmente attinenti col problema". Presto una commissione parlamentare si occuperà di suicidi e salute mentale tra i veterani, incluso la prescrizione di psicofarmaci a soldati.
Il CCHR mette in guardia contro i pericoli dell'uso di psicofarmaci da parte delle Forze Armate. Nel documentario presentato l'anno scorso "il nemico nascosto" il CCHR, per la prima volta, ha denunciato l'ampiezza del fenomeno e i suoi terribili risultati (spezzoni e diritti di messa in onda sono disponibili pubblicamente, col permesso del CCHR). Il documentario mostra i militari in servizio in tutto il mondo, usati come cavie in devastanti esperimenti psichiatrici, e include interviste a esperti militari, personale delle forze armate, specialisti di salute mentale nonché i familiari di alcune vittime. Tra le rivelazioni del documentario troviamo:
Il Ministero della Difesa USA spende 2 miliardi di dollari all'anno solo per la salute mentale, e moltiplicato per sette la prescrizione di psicofarmaci tra il 2005 e il 2011.
Dal 2002 il tasso di suicidi nelle Forze Armate USA è quasi raddoppiato. Dal 2010 al 2012 i soldati morti per suicidio sono stati più di quelli deceduti a causa d'incidenti stradali, cardiopatia, cancro e omicidio.
La FDA (Food and Drug Administration – l'agenzia di vigilanza farmacologica USA) ha rivelato di avere ricevuto tra il 2004 e il 2012 ben 14.773 rapporti riguardanti l'insorgere di violenza a causa di psicofarmaci, incluso 1.531 casi di omicidio o idee omicide, 3.287 casi di mania e 8.219 casi di aggressione.