Dario Musso: accesa la scintilla per una riforma del Trattamento Sanitario Obbligatorio
Idee per una riforma del TSO in senso garantista in una web conference del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani
Molti opinionisti, intellettuali e attivisti dei diritti umani hanno espresso valutazioni critiche circa il controverso TSO di Dario Musso, il giovane rapper di Ravanusa che protestava contro le misure messe in atto dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. L’agguato è stato ripreso da passanti occasionali: si vede Dario, preso di forza, sbattuto per terra, immobilizzato, sedato, trasportato in fretta e furia nel reparto psichiatrico di Canicattì, dove verrà legato al letto di contenzione per quattro giorni. Il video ha fatto il giro del web diventando virale, scatenando le ire di molti internauti, e l’entrata in azione delle Iene
Ieri sera, nel corso di una Web Conference trasmessa in diretta sul canale Youtube del CCDU, ne hanno parlato due avvocati e un medico. La legge sul Trattamento Sanitario Obbligatorio viene erroneamente attribuita a Basaglia che, non condividendo l’assimilazione del disagio mentale alle malattie, e temendo che nei reparti di psichiatria si riproducessero le vecchie logiche manicomiali, l’aveva invece criticata. Secondo l’avvocato Lillo Massimiliano Musso, fratello di Dario, questa legge è in sostanziale violazione dell’art. 32 della Costituzione, secondo il quale ogni eventuale deroga al principio di libertà di trattamento sanitario deve avvenire nel rispetto della persona umana.
L’attuale legge rende possibile un TSO senza che nessuno dei due medici abbia visitato (o visto!) il paziente. Il sindaco ha 48 ore per trasferire gli atti al giudice tutelare, il quale ne ha altre 48 per esprimersi: quattro giorni durante i quali una persona può essere sequestrata, legata, imprigionata, sedata e stordita con farmaci potentissimi senza alcuna possibilità di difesa, senza informare la famiglia e senza poter comunicare con l’esterno – altro che rispetto per la persona umana.
Nella tragedia, Dario è stato ‘fortunato’ non solo perché il suo TSO è stato documentato da una ripresa video, ma soprattutto perché ha un fratello avvocato: non osiamo immaginare quanti episodi simili accadano ogni giorno in Italia, all’insaputa del pubblico. Questo deve cambiare. Occorre garantire la possibilità di difesa, e in tempi rapidi – prima che il TSO diventi esecutivo.
Enrico Del Core, Patrocinante in Cassazione, dottore di ricerca in Diritto Privato e Garanzie Costituzionali e presidente del CCDU ha esposto un lungo elenco di principi costituzionali, e di norme internazionali cui la legge ordinaria dovrebbe conformarsi – principi che non sembrerebbero adeguatamente implementati dalla legge né, tantomeno, dalla prassi applicativa.
Il dottor Roberto Cestari, Presidente Onorario del CCDU, ha suggerito alcune possibili modifiche alla legge: obbligo di videoriprese di tutte le fasi del TSO; diritto alla difesa in contraddittorio prima dell’esecuzione, e divieto di TSO motivati dai pensieri espressi dalla persona, per quanto assurdi o irrazionali possano apparire (qualcuno ha ricordato il caso di don Gianluca Loda, parroco di Castelletto di Leno, in provincia di Brescia, sottoposto a TSO per avere espresso opinioni un po’ controcorrente, e forse insolite per un religioso, ma comunque legittime: perché la libertà di opinione è un diritto costituzionale).
Alle 23:10, mentre ancora c’erano 150 persone collegate, la web conference si è chiusa con l’accordo di costituire una rete di persone di buona volontà, desiderose d’impegnarsi nella difesa dei diritti umani nel campo della salute mentale. Perché i ‘limiti imposti dal rispetto della persona umana’ non siano mai più oltrepassati.