Dal coronavirus al razzismo: psichiatri sempre pronti ad approfittarsi delle tragedie umane
Nelle ultime settimane vi abbiamo raccontato dei vari tentativi, da parte dell’industria psichiatrico-farmaceutica, di sfruttare a proprio vantaggio l’epidemia di covid-19. Negli USA le prescrizioni di farmaci psicotropi sono aumentate del 86% durante il lockdown, mente nelle Marche si registrano aumenti del 12,5% e uno studio del Policlinico di Milano rivela come “quasi 4 cittadini su 10, la cui qualità del sonno è peggiorata significativamente, cercano aiuto in diversi prodotti per la gestione dell'emotività tra cui sostanze naturali, fitofarmaci, ansiolitici e antidepressivi”
Più recentemente, la nostra attenzione è stata catturata dall’omicidio di George Floyd da parte di un poliziotto, e dalla conseguente ondata di proteste contro l’ingiustizia e il razzismo. Come organizzazione per la tutela dei diritti umani, il CCHR è da sempre in prima linea nella lotta al razzismo. Abbiamo denunciato gli esperimenti di psicochirurgia sui detenuti afroamericani, e nel 1994 abbiamo pubblicato un opuscolo in cui si denunciava la creazione del razzismo da parte della psichiatria. Il CCHR, in 50 anni di ricerca, ha raccolto una mole impressionante di documenti che dimostrano l’orribile tradimento della gente di colore e di altri gruppi perpetrata in nome di modelli psichiatrici razzisti basati su teorie eugenetiche.
Sin dal 2003 collaboriamo con la NAACP (National Association for the Advancement of Colored People – Associazione Nazionale per la Promozione delle Persone di Colore – una delle principali organizzazioni per la difesa dei diritti civili negli USA) nel denunciare l’abuso diagnostico e psicofarmacologico cui erano soggetti i bambini afroamericani, ottenendo tre risoluzioni della NAACP contro l’uso forzoso di psicofarmaci ed elettroshock su bambini e adolescenti.
Il professor Thomas Szasz, co-fondatore del CCHR, svelò la strana storia del dott Benjamin Rush, il “padre” della psichiatria statunitense. Rush dichiarò di essere contrario allo schiavismo; verso la fine del 1700 firmò la Dichiarazione d’Indipendenza e, a titolo di compensazione, comprò un bambino schiavo e lo mise in libertà. Allo stesso tempo, però, Rush sviluppò un modello medico di cui vediamo ancora oggi le nefaste conseguenze: secondo lui i neri soffrivano di una malattia medica derivata dalla lebbra, chiamata “negritudine” e quelli liberati dai campi di schiavitù dovevano essere segretati per prevenire l’eventualità di matrimoni interrazziali e conseguente diffusione della malattia. Secondo Rush la ‘cura’ si sarebbe completata quando costoro fossero diventati bianchi.
L’effige di Benjamin Rush campeggiava fino al 2015 sul logo dell’APA (Associazione Psichiatrica Americana), e viene tutt’ora usata su documenti interni e a scopo cerimoniale, e ogni anno APA conferisce un premio che porta il suo nome. Nonostante ciò, in questi giorni si è premurata di dichiararsi contraria al razzismo, suggerendo a chiunque soffra per l’omicidio di George Floyd, o per gli episodi che ne sono seguiti, di richiedere cure psichiatriche.
Si tratta però dello stesso gruppo che negli anni 60 inventò il termine ‘psicosi da protesta’ per definire i neri impegnati nel movimento per i diritti civili, e utilizzò immagini di neri arrabbiati o di simboli tribali per promuovere la prescrizione di antipsicotici agli afroamericani. Ancora oggi si assiste a una sovraprescrizione di psicofarmaci nella comunità afroamericana, incluso bambini di 18 mesi, e permane un’ingiustificata prevalenza di afroamericani nei decessi in seguito a contenzione: il 13% della popolazione conta il 22% dei decessi.
La collaborazione con la NAACP e l’impegno a combattere il razzismo vengono oggi rafforzati in un progetto comune CCHR-NAACP che si sta sviluppando a Inglewood (quartiere di Los Angeles prevalentemente abitato da gente di colore): la produzione del pacchetto informativo “Conosci i tuoi diritti” - sui tradimenti e trattamenti psichiatrici, destinato agli afroamericani e alle altre minoranze.
Chi volesse contribuire al nostro progetto può fare una donazione da questa pagina.
Jan Eastgate
Presidente CCHR International