Comportamenti o malattie?
Negli ultimi anni nuove diagnosi hanno esteso il raggio d'azione psichiatrico a comportamenti un tempo considerati assolutamente normali. Ora anche il gioco d'azzardo è diventato una malattia mentale, mentre l'università di Pisa riteneva che lo fosse persino la passione amorosa. Comportamenti, invece, che sono sempre stati considerati negativi vengono oggi ridefiniti come salutari: lo psichiatra Cassano in un'intervista su La Repubblica del 7/12, vorrebbe far credere che la tristezza è salutare.
Ma la malattia è un fatto oggettivo, non qualcosa che viene deciso da qualche "luminare" o da un'assemblea di "esperti". Sarebbe come decidere se il diabete è una malattia votando per alzata di mano. Ci vogliono prove concrete, esami, dati oggettivi che la psichiatria non ha mai portato a sostegno delle proprie tesi.
La casistica dei disturbi psichiatrici è tanto ampia che chiunque potrebbe rientrarvi, proprio per questo il giudizio psichiatrico sembra così infondato.
Giorgio Antonucci nel suo libro "Critica al Giudizio psichiatrico" afferma: "Gli psichiatri non possono né definire la malattia mentale né dimostrarne l'esistenza; per loro e per i loro seguaci, l'esistenza della malattia mentale è ovvia, al di là di ogni necessità di dimostrazione".
Il vero problema è che queste "diagnosi" trovano risposta in metodi di trattamento estremamente distruttivi. Un tempo esistevano i manicomi in cui i pazienti venivano legati al letto con camicie di forza, ma queste strutture non sono mai scomparse del tutto, basta entrare nei reparti psichiatrici di qualsiasi ospedale. Il trattamento sanitario obbligatorio è ancora oggi una pratica molto diffusa, in pratica è un ricovero coatto, dove la persona non riceve nemmeno notifica del provvedimento intrapreso nei propri confronti. I criteri usati per intervenire sono spesso soggettivi, è sufficiente ritenere pericolosa la persona per giustificarne il TSO e trattamenti farmacologici.
Esistono altri metodi, ben più umani, per occuparsi delle persone con problemi mentali. Ce ne parla sempre Antonucci in un'intervista su "Sabatosera Online" del 6/12: "Entravo nelle stanze dei manicomi e chiedevo di togliere le camicie di forza ai pazienti. Solo così potevo pensare di liberare le persone, dormendo nei loro reparti e parlando con loro". (http://www.sabatoseraonline.it/home_ssol.php?site=1&n=articles&category_id=27&article_id=107565&l=it)
Ma lo psichiatra Cassano probabilmente non ha mai visto i pazienti di Antonucci, perché "La depressione" sostiene Cassano "è un dolore morale fortissimo, che solo la terapia farmacologica può curare".
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche.