Cassazione: intrusione psicologo a scuola è violenza privata

Corte di Cassazione

Lo psicologo a scuola senza consenso è “violenza privata”. CCDU: soddisfazione per il pronunciamento dell’Ordine degli Psicologi; ora va cancellata la limitazione della genitorialità introdotta dalla legge 170

Roma . La Corte di Cassazione (Sez. 5, n. 40291/17) ha recentemente riaffermato il rispetto della responsabilità genitoriale, attestando che uno psicologo a scuola senza il consenso dei genitori è una “violenza privata”.

Uno psicologo avrebbe compiuto una vera e propria “analisi” su un minore all'insaputa dei genitori, che ne sarebbero stati informati solamente durante un colloquio con l’insegnante al termine dell'anno scolastico.

La sentenza ha riscosso l‘entusiasta approvazione di parecchi cittadini, professionisti della scuola, associazioni a tutela dei minori e genitori. Lo stesso Ordine degli Psicologi, ripetendo ciò che il CCDU ha sempre sostenuto, ha commentato in una nota:

"La Corte di Cassazione ha ribadito quanto è già previsto nelle procedure professionali degli psicologi, i quali operano sempre nei contesti minorili col consenso dei genitori e nell'esclusivo interesse del minore."

La Prof.ssa Vincenza Palmieri, fondatrice dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, che da anni ribadisce la necessità di un intervento sulla didattica, e condanna con forza l’approccio medicalizzato che ha investito la scuola a seguito della L. 170 sui DSA (i cosiddetti Disturbi Specifici dell’Apprendimento - dislessia, disgrafia, discalculia e disortografia), si è occupata personalmente di interventi concreti in favore di bambini e famiglie vittime di abusi diagnostici e, nel corso di una Conferenza Stampa congiunta con la Senatrice Enza Blundo sul tema « DSA e abuso diagnostico a Scuola – Gli interventi istituzionali verso il cambiamento annunciato », aveva riaffermato l’urgenza di una riforma.

Secondo la Prof.ssa Palmieri la sentenza della Cassazione rappresenta:

"Un risultato che afferma un punto di vista irrinunciabile: il rispetto della Genitorialità, della Scuola deputata a istruire e formare e non a fare test «predittivi» del disturbo che «sarà», della dignità delle Professioni.

La Legge 170 sui DSA deroga su questo e nelle sue linee guida introduce anche screening e valutazioni, dando origini ad equivoci interpretativi.

La Cassazione, con questo, fuga i dubbi: interesse del minore e consenso dei genitori! Ripensiamo alla Didattica, ai ragazzi, alle famiglie e ai bravi docenti di cui è piena la nostra Scuola."

"Vediamo tutti i giorni i danni causati sui bambini dalla legge 170, soprattutto per quanto concerne il diritto all’apprendimento”

Dichiara Antonella Marzaroli, ex insegnante elementare, Responsabile Nazionale contro la Medicalizzazione della scuola del CCDU Onlus. Che continua:

“La sentenza della Cassazione rafforza quanto noi sosteniamo da anni: le linee guida sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) stanno trasformando gli insegnanti da esperti della didattica in una sorta di psicologi clinici che osservano i bambini per individuare i sintomi di questi disturbi inseriti nel Manuale Diagnostico Statistico - il testo sacro della psichiatria.

Questa sentenza rafforza i nostri dubbi di legittimità su alcuni aspetti della legge 170 già criticati da più parti in relazione al rischio di medicalizzazione della scuola.

Secondo la Cassazione, infatti, la mancanza dell’esplicito consenso da parte di chi è legittimato a prestarlo «integra certamente una compressione della libertà di autodeterminazione del soggetto passivo»."

Vedi anche:
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2017-09-05/la-psicologa-aula-senza-consenso-e-violenza-privata--204811.shtml

 

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