Bambini: vittime innocenti di un pericoloso business

bambini

PSICHIATRIA E DIAGNOSI PSEUDOSCIENTIFICHE

Sordi agli allarmi che provengono da Nazioni dove l'utilizzo farmacologico per trattamenti comportamentali nei bambini ha creato enormi problemi, dalla tossicodipendenza a gravi effetti collaterali fino alla morte, (www.xagenasalute.it/index.php?show=3819&pageNum=3), le istituzioni italiane attraverso l'Agenzia del farmaco, Aifa, hanno dato il via libera a questi stessi trattamenti anche nel nostro paese.

Per tutelarsi da questi allarmi l'Iss (Istituto Nazionale Sanità), ha creato un registro nazionale dei trattamenti farmacologici e non farmacologici per l'Adhd. Secondo l'Istituto questo dovrebbe prevenire abusi.

E così anche in Italia la suggestione psichiatrica ha raggiunto il suo obbiettivo: utilizzando strategie di marketing, sono riusciti a creare il problema, convincere la popolazione che questo problema esiste, che è grave e che si tratta di una malattia.

Stravolgendo completamente l'iter medico di esami clinici che determina la presenza di lesioni effettive, la psichiatria, utilizzando esclusivamente test costituiti da domande indirizzate al comportamento, è riuscita a far passare dei comportamenti (sintomi) per malattie del cervello.

Durante alcune interviste il Dott. Roberto Cestari, Presidente del CCDU Onlus, Comitato che da anni sta investigando e denunciando le violazioni dei diritti umani nel campo della salute mentale, ha dichiarato a proposito delle diagnosi di ADHD:

"Faccio due considerazioni; la prima di carattere storico ed è facilmente percepibile.

Guardando la propria storia recente, scolastica e familiare, si comprende come la società occidentale si sia evoluta, da duemila anni a questa parte, senza che nessun bambino abbia avuto queste etichette diagnostiche; e quindi senza l'aiuto di terapie di questo genere.

Non mi sembra che in assenza di queste cose siano mancati gli strumenti per consentire il progresso della società. La seconda considerazione è di carattere tecnico scientifico.

La malattia dovrebbe consistere in alterazioni anatomo-patologiche specifiche: ci vorrebbero una serie di esami clinico strumentali, genetici, del sangue e delle urine, una risonanza magnetica, una tac che rilevino le alterazioni con sufficiente sensibilità e specificità, cioè che permettano di distinguere i sani dai malati.

Se ciò esistesse, l'Adhd diverrebbe una malattia neurologica (non sarebbe nemmeno più di competenza psichiatrica), vi sarebbero test specifici biologici per confermare la diagnosi e nessuno più ricorrerebbe ai test attuali, le cosiddette nove domandine, a fini diagnostici.

Noi in medicina distinguiamo molto chiaramente tra una sintomatologia, cioè qualcosa che il paziente lamenta (un disturbo, un comportamento, ecc) e una malattia. Le due cose non sono affatto identificabili.

Se un paziente lamenta mal di stomaco la diagnosi non è automaticamente gastrite. Lui ha mal di stomaco ma potrebbe dipendere da un altro organo, per esempio dal pancreas, o addirittura potrebbe avere un infarto. Identificare una manifestazione con una malattia è una sciocchezza. Purtroppo questo tipo di atteggiamento esiste, è diffuso e crea dei problemi.

Che ci sia qualche bambino particolarmente iperattivo o particolarmente disattento è una verità; discutiamo, però, su quanti sono questi bambini; in secondo luogo cerchiamo di capire le cause; se non si segue questo filo logico si curano le manifestazioni eliminando la disamina di tutte le cause possibili.

Porre delle domande del tipo 'si muove?', 'ha difficoltà a giocare quietamente?', 'spesso chiacchiera troppo?', non significa fare una diagnosi ma identificare semplicemente un comportamento. Se l'ADHD è un disturbo biologico e ne hanno le prove, perché non usano queste evidenze biologiche per fare diagnosi? Certo, se si scoprirà che si tratta di una vera malattia tutti saranno concordi nel curarla come tale.

Quando si insegna ad un bambino che il suo comportamento 'scorretto' non dipende da lui ma da qualcos'altro e che per migliorarlo bisogna assumere delle pasticche, svolgiamo un ruolo educativo sbagliato. Insegniamo a dipendere dalle pasticche. In secondo luogo quali sono i risultati raggiunti negli Stati Uniti? E' presto detto: il numero di bambini tossicodipendenti è aumentato; il livello di attenzione e quindi di istruzione scolastica non è migliorato; il tasso di suicidi tra i bambini è in crescita; la percentuale di violenza nelle scuole è schizzata alle stelle. Allora se questi sono i risultati mi sembra che andiamo incontro al disastro!

Nella nostra società abbiamo assistito ad un giusto aumento di alcuni fattori (concetto di libertà, di espressione, assenza di punizioni) al quale ha fatto riscontro un calo disastroso della didattica e dell'educazione scolastica. In più non ci sono i valori di riferimento (la famiglia, il rispetto degli adulti, ecc.) che spingevano il bambino ad auto limitare certi comportamenti. Valori che facevano parte di una società, forse superata, ma che non sono stati rimpiazzati da altri.

Assistiamo ad una fortissima spinta per la medicalizzazione dei comportamenti umani e dei bambini in particolare; non è un caso se, da qualche decennio, la psichiatria ha scoperto che il mercato dei bambini può essere un mercato interessante. Le case farmaceutiche hanno tutto il diritto di produrre e vendere farmaci ma ritengo che i cittadini abbiano il diritto di non essere imbrogliati da false diagnosi. Chi fa questo non è più uno scienziato, non è più un medico, sta facendo un altro percorso e sarebbe meglio che i cittadini ne fossero a conoscenza ".

Condividi con