Difensore civico: un’occasione da non perdere
Audizione delle associazioni per i diritti umani della Prima Commissione permanente
Trento - Venerdì 8 ottobre 2010 alle ore 10.30 presso il Palazzo Trentini, sala “G. B. Lenzi”, la Prima Commissione permanente del Consiglio provinciale di Trento, presieduta dal consigliere Renzo Anderle, ascolterà alcune associazioni per i diritti umani e a difesa dei cittadini, in merito al nuovo disegno di legge sul difensore civico. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, invitato all’audizione, approva in linea di massima questi disegni di legge. Ma la legge potrebbe essere migliorata ulteriormente.
Innanzitutto, il principio di sussidiarietà, principio cardine dell'Unione Europea, derivante dalla dottrina sociale della chiesa e definito nell'enciclica Quadragesimo Anno di Pio XI, non viene menzionato. Eppure la legge stessa si allinea precisamente a questo principio che dovrebbe essere incluso espressamente nella legge.
Un altro tema importante della legge è il Garante per l’infanzia. Il tema dell’infanzia e adolescenza meriterebbe un istituto a sé e si dovrebbe perlomeno istituire un ufficio specializzato per l’infanzia all’interno dell‘ufficio del difensore civico. Purtroppo i vari disegni di legge hanno sostanzialmente mantenuto alcuni articoli della legge precedente che erano figli di una cultura volta a distruggere la Famiglia e a sostituire lo Stato alla Famiglia in totale contrasto con il principio di sussidiarietà.
Alla base di questa “cultura” c’era il concetto errato che i bambini dovessero essere protetti “dai” genitori.
Questa visione distorta della famiglia, a volte sostenuta inconsapevolmente dagli organi di stampa, portava a pensare alla famiglia come la culla di tutti gli abusi e violazioni. Ma in realtà i genitori sono disposti a dare la vita per i figli e gran parte delle loro attenzioni sono rivolte al benessere dei figli.
A questo proposito, citiamo qui il tema della sottrazione ingiusta dei minori alle famiglie che purtroppo ha riempito le cronache dei nostri quotidiani. Attualmente un genitore di fronte a psicologi, psichiatri e assistenti sociali, potrebbe ritrovarsi accusato di colpe mai commesse, sulla base di opinioni soggettive proclamate o come parere “medico” o “scientifico”.
La tanto discussa “inidoneità genitoriale” ha aperto le porte a innumerevoli violazioni di legge e dei diritti. In questi commi il difensore civico, che dovrebbe proteggere i minori nei confronti della pubblica amministrazione, era invece una sorta di “delatore” che segnalava i minori alla pubblica amministrazione. Compito che non dovrebbe essere del difensore civico ma dei servizi sociali.
Il compito del difensore civico, invece, dovrebbe essere quello di vigilare sulle attività dei servizi sociali per accertarsi che non interferiscano indebitamente nella vita della famiglia.
C’è un altro campo in cui il difensore civico dovrebbe difendere i bambini e i loro genitori, ed è quello scolastico. Assistiamo purtroppo a una crescente medicalizzazione della scuola. Riceviamo segnalazioni in cui i genitori vengono “sollecitati” a portare i bambini presso i centri di neuropsichiatria infantile.
Riteniamo che qualsiasi “test” (non espressamente didattico) e “pressione” sui genitori per un “approccio medico” alle problematiche dei bambini all’interno della scuola dovrebbe essere investigato d’ufficio dal difensore civico per verificare che non ci siano state violazioni.
Per concludere, l’istituto del difensore civico non dovrebbe diventare una sorta di duplicato dei servizi sociali per quanto riguarda i minori ma piuttosto un osservatorio critico dei servizi sociali e della scuola.
Se questi commi venissero mantenuti il compito del difensore civico sarebbe snaturato e non sarebbe più un difensore dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione ma un ulteriore mezzo di controllo dei cittadini in totale contrasto con il principio di sussidiarietà e con le finalità stesse di questo istituto.
Ed infine accogliamo con piacere le proposte di istituire un Garante delle persone sottoposte a misure restrittive, soprattutto per la specifica menzione alle persone sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio. Riteniamo però che questo istituto dovrebbe includere anche le persone sottoposte a somministrazione “forzata” di psicofarmaci.
Come comitato abbiamo più volte denunciato la mancanza di un adeguato consenso informato e la somministrazione “coatta” di psicofarmaci sui nostri concittadini come illustrato nelle risposte alle interrogazioni provinciali n. 119 del 10 febbraio 2009 e n. 607 del 3 luglio 2009 che parlano di ben 621 persone trentine sottoposte a somministrazione controllata di psicofarmaci.
Questi casi sono molto delicati e per poter intervenire adeguatamente il difensore civico dovrebbe disporre di professionisti (psichiatri, medici, psicologi, ecc.) indipendenti che possano valutare i casi di questi cittadini, più deboli perché affetti da disagi psichici, al fine di tutelarli maggiormente. Questo porterebbe anche a una riduzione della spesa sanitaria riducendo gli interventi inutili o inopportuni.