Mostra sulla psichiatria: E' il momento di una profonda revisione nei metodi di trattamento
Trento - La mostra multimediale itinerante “PSICHIATRIA: UN VIAGGIO SENZA RITORNO” è stata un grande successo con circa 2000 visitatori in poco più di una settimana di apertura. Molti i commenti e le reazioni registrati, sia dai cittadini che dalla stampa, la cui nota dominante è stata la richiesta di un profondo cambiamento nei metodi di trattamento: “La mostra ha fatto luce sulle mie conoscenze delle malattie mentali e delle cure”, “è davvero interessante e mette in luce aspetti forse troppo trascurati della società moderna”, “purtroppo e’ una realtà crudele che tuttora continua”, sono alcuni dei commenti raccolti.
Come organizzatori siamo molto soddisfatti della partecipazione e dei commenti ricevuti e ringraziamo il presidente del consiglio regionale Depaoli Marco per la possibilità offerta alla popolazione trentina di ricevere informazioni che non sono disponibili in nessun’altra mostra, e che permetteranno loro di far valere più consapevolmente i propri diritti.
Molte persone hanno approfittato della mostra per denunciare gli abusi subiti e le carenze osservate nell’ambito della psichiatria locale. In particolar modo, alcune mamme si sono rivolte a noi per denunciare il fatto che i servizi di salute mentale hanno rovinato i loro figli trasformando un disagio adolescenziale in una malattia cronica a causa di diagnosi frettolose e somministrazioni di psicofarmaci.
Purtroppo le cose non sono migliorate dalla mostra dell’anno scorso. Continuano operazioni di facciata che mostrano una realtà ben diversa da quella vissuta dagli utenti. Secondo la risposta all’interrogazione del consigliere provinciale Mauro Delladio, nel periodo gennaio 2008 – febbraio 2009 i TSO per le prime tre unità operative sono stati 46.
I pazienti che devono presentarsi regolarmente per una puntura di psicofarmaci a rilascio graduale o per una somministrazione forzata di psicofarmaci sono ben 397 solo nelle prime tre unità operative!!!
E i dati delle unità operative 4 e 5 (Rovereto, Arco, ecc.) non sono pervenuti, proprio dalle zone da cui ci arriva il maggior numero di segnalazioni di abuso.
Consigliamo ai pazienti e ai loro parenti di informarsi accuratamente sulle diagnosi e sui farmaci prescritti, di richiedere il parere di altri medici e di mandare sempre le loro richieste per iscritto richiedendo che vengano inserite nella propria cartella clinica. Inoltre, se ritenete di aver subito danni a causa di diagnosi o trattamenti psichiatrici potete mettervi in contatto con il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus.